In greco (Grecia) la lettera e simbolo Z , iniziale del verbo zào= vivere, equivale al nostro W, da pronunciarsi . Potrebbe essere il segno elettoralistico di Vincenzo. Zaccheo qualora si ripresentasse come prossimo sindaco (già stato in carica in anni precedenti). Apprezzato e/o chiacchierato come tutti gli uomini pubblici (politici), quindi, non senza qualche macchia, sicuramente senza paura cioè deciso e fattivo nello spendersi per la città. Sgombriamo subito il campo dalla retorica o dietrologie: fascista, picchiatore, tacciato pure di “nomadismo” ossia protettore degli zingari? Ohibò! Nulla a pretendere e offendere nel paragone, solo a titolo di cronaca ricordiamo che Giovanni Gentile fu etichettato fascista nonché “classista”: ministro della pubblica istruzione nell’era mussoliniana a lui devesi il Liceo classico fucina per la formazione della futura classe dirigente ovvero l’élite etc.. L’illustre filosofo firmò l’adesione al fascismo (il collega Croce si rifiutò), ciò non toglie che sia stato l’artefice di una riforma scolastica coi fiocchi: fascista qual era magari avessimo avuto l’eguale con qualcuno dei suoi successori, sicuramente la scuola italiana qualche salto in lungo l’avrebbe pur fatto! Negli anni ’70 un tal G. Vené pubblicò un libello con la pretesa di saggio critico intitolato “Pirandello fascista”, lo consigliai ai miei alunni come corollario didattico. precisando che fossi stato l‘autore avrei avuto l’accortezza di apporre al titolo un punto interrogativo (Pirandello fascista?).a significare presunte complicità o sottintesi ideologici. Nell’“Ideologia tedesca” Marx mette in guardia dallo scadere nell’ideologismo adducendo la controprova dell’analisi e della critica cioè res non verba. Di certo Mussolini ha fortemente ab-errato nell’aggregarsi a Hitler,nel promulgare le leggi razziali e quant’altro; esecrabile se non criminale circa il caso Gramsci confermando le aberrazioni del fascismo eppure sul piano urbanistico e architettonico ci azzeccò. Il che non significa assolverlo ma riconoscerne almeno l’intuito o l’intelligenza politica nel senso del “popolare”: basta leggere gli studi di De Felice in merito. Al dunque, se è congruente e documentato-parlare di Mussolini fascista non può esserlo per Pirandello (poco mancò che Wagner venisse assimilato al nazismo! ) il quale si limitò a inviare al duce un telegramma di auguri o congratulazioni quando ascese al potere. Nota a margine: farei altrettanto con Salvini se si togliesse di torno, onore al demerito(!),unitamente al suo simile, il tosco “sfascista” che va peregrinando per la città eterna in cerca di un credito che neanche Lucifero gli avrebbe accordato! In compenso può vantare un precedente musicale, il “Rienzi” di R. Wagner, un’esaltazione a rovescio del celebre tribuno Cola, arrogante e dittatoriale (prefascista in pectore). Solo alcuni esempi per sottolineare che in alcuni o più casi certi termini possono avere un’accezione o una valenza approssimativa come, ad esempio, ”romantico” usato a tout bon faire ad indicare un periodo storico ma anche una sfera sentimentale, stati d’animo o sensazioni e così pure “decadente”. Il termine fascista è senz’altro meno approssimativo, comunque, usato anch’esso in senso lato, sinonimo di autoritario, impositivo ,razzista, maschilista etc. laddove inequivocabilmente peggiorativo suona il termine “nazismo-nazista”. Nel caso di Zaccheo conosciamo la sua storia, in gioventù avrà pur picchiato -alla mia prima supplenza nella classe Quinta del “Vittorio Veneto”, ero ancor studente universitario, me lo ritrovai come alunno, “e se costui mi menasse?” pensai, al contrario, con un suo compagno mi accompagnarono alla stazione!. E’ stato attivo in politica come uomo dichiaratamente di destra dialogando, ovviamente, con l’opposizione spesso a gola spiegata(!),soprattutto, con la città. nei confronti della quale ha avuto sempre un’attenzione sincera come del resto Finestra di cui Zaccheo può dirsi il sindaco della porta accanto: “dirimpettai” più che propriamente “vicini”. per essere entrambi accomunati da un sincero interesse o amore per la città stessa l’uno, intento a curarne maggiormente l’aspetto “estetico” l’altro, quello “prospettico” .E’ innegabile che Zaccheo ha avuto alcune intuizioni oltre che intenzioni senz’altro positive tra le quali la Fondazione per il teatro, purtroppo, miseramente naufragata per “sviste”, sgambetti, malintesi, scelte imposte (Barbareschi da Fini, poi, la beffa Costanzo), insomma, per il concorrere di una serie di cause ed effetti non solo spiacevoli ma politicamente disdicevoli. Non ultima l’Università a Latina invece brillantemente decollata, la pista ciclabile (via del Lido), l’illuminazione cittadina, altro. A considerare certe sue intuizioni benché non tutte realizzate appieno –il trasferimento dell’Università a Palazzo M, un sogno/progetto da lui accarezzato e da molti caldeggiato insieme al futuribile ripristino della scaletta delle Poste- confrontandole con il vuoto pneumatico e asfittico del presente di cui l’affare teatro è l’aspetto tra i più deprimenti si rimane alquanto perplessi. E’ pur vero che il teatro, una volta “aperto il sipario”, non ha avuto una “regia” che lo salvaguardasse e preservasse in fatto di manutenzione annessi e connessi fino alla inefficiente o inesistente messa in sicurezza etc. Evidentemente il regista non avrà potuto avvalersi di aiuti e collaboratori adeguati? Tutta colpa sua o della “compagnia malvagia e scempia” pur sempre in agguato, vale a dire del contorno di politici e politicanti tra lor sempre belligeranti?! La Fondazione affondò nel nulla (il commissario prefettizio G.Nardone la depennò) restando il teatro la illusione delle illusioni, se si vuole la “illusione perduta”(Balzac). La Metropolitana leggera è un’altra delle sue intuizioni anch’essa naufragata a causa di tutte le complesse e intricate conseguenze di cui sappiamo, l’idea del porto a Rio Martino-Foce Verde. Fermo resta che solo a ripercorrere la “carriera di un liberalfascista”(anziché di un libertino!) quale Zaccheo può dirsi, si è indotti a convenire che intuizioni ed idee ne ha avute cercando sempre di tradurle in pratica; che la sua fantasia non si è mai disgiunta dal pragmatismo, sempre in sintonia coll’entusiasmo e la passione politica. Dunque, “Zaccheo fascista” tout court oppure “Zaccheo fascista?”! Senza dubbio di destra se a un partito o a una ideologia ci riferiamo ma, in concreto, i successori come vogliamo o dobbiamo classificarli? Sorvoliamo su Di Giorgi (innominabile), voltiamo a sinistra? Strada interrotta per lavori mai ultimati(!), voltiamo a destra? Strada dissestata, piena di buche(!), prendiamo la scorciatoia, quella delle 5 Strade ? Dritti e sparati in un vicolo cieco ! Altro non resta che munirsi di una bomboletta spray, per reazione, disperazione o convinzione, in nero, rosso o verde si stampi sulla grande “palla” del Comune (la fontana) una vistosa scritta: “Il sogno di Z” !


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