“Caso Lepori”, il consiglio comunale trasformato in tribunale politico

I partiti di opposizione che hanno voluto attaccare l’assessora Simona Lepori, gettino la maschera: si è trattato di un pretesto per arrivare, ancora una volta, al sindaco Damiano Coletta e a LBC per cercare di screditarli nei loro principi fondamentali, quali la legalità e la trasparenza.

Di controversie sul lavoro ne è pieno il mondo, e la vicenda che coinvolge non l’assessora direttamente ma la sua attività, non avrebbe minimamente interessato quei partiti, se non avesse rappresentato una ghiotta occasione per politicizzare e tentare di macchiare l’immagine dell’assessora.

È quindi ora lecito domandarsi: si è voluto attaccare l’amministratrice dell’hotel o l’amministratrice pubblica? Perché se come assessora il suo operato è e resta irreprensibile, con il grande impegno messo nel periodo più difficile per tutti, qual è il senso di coinvolgerla in qualità di imprenditrice portando tutto questo in consiglio comunale? Qual è il senso, se non quello – purtroppo, ormai, divenuto consuetudine – di trasformare le sedute istituzionali in tribunali politici?

Non c’è nulla di definito in questa vicenda, dai contorni peraltro tutti da verificare: non è compito della politica analizzarla, e non è prerogativa del consiglio comunale discutere sulla fiducia del sindaco nei confronti di Simona Lepori. Questa seduta, dal punto di vista della maggioranza, non può che sancire il pieno appoggio all’assessora e alla scelta del sindaco.

Latina Bene Comune,

gruppo consiliare


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