Coronavirus- Le donne vittime di violenza costrette alla convivenza con i propri carnefici. I dati allarmanti

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Dati statistici delle associazioni nazionali ci raccontano di situazioni allarmanti, e che ci dovrebbero invitare ancor di più a serie riflessioni su una problematica che in questo momento, quasi nessuno parla. Le chiamate di aiuto e sostegno che molte donne quotidianamente fanno, verso gli organi preposti, sono calate del 55% dall’inizio dell’emergenza. Un numero impressionante, pertanto la grande preoccupazione e’ che si creino situazioni abnormi.

In questi giorni di “ Coronavirus”, un pensiero, più di tanti altri, mi diventa frequente, è quello rivolto a tutte le donne vittime di violenza, costrette a convivere, come forse mai prima, 24 ore su 24 con “ mostri”, dove persino la distanza di un metro, è la prima condizione a non essere rispettata. Ed è proprio così che il coronavirus puo’ diventare uno dei tanti terreni con cui questi uomini si sentono padroni e liberi di esercitare una grande violenza.

In questo momento molte di loro pensano che sia meglio sopportare piuttosto che far esplodere partner violenti, per tanto il rischio maggiore è che certe violenze domestiche non vengono proprio denunciate. Dalla motivazione più semplice, perché non sono libere di nemmeno di prendere il telefono per chiedere aiuto, o semplicemente perché minacciate al minimo movimento non condiviso, ma in tutto questo, il grande timore è che ci possa essere un incremento di femminicidi. Molte vittime , cercano di non irritare quell’uomo, quell’orco che senza motivo diventa pericoloso e si trasforma in un essere incontrollabile, preferiscono stare zitte, sopportare e cercare un buon senso, ma con l’uomo violento non c’e’ buon senso e nemmeno mediazione.
Stefano Calippo, psicologo e presidente dell’Osservatorio violenza e suicidio, responsabile del centro di prevenzione del rischio suicidario, aggiunge dati che impressionano le nostre sensibilità.
“ In questo momento di “ coronavirus” aumentano giorno dopo giorno i suicidi e gli atteggiamenti autolesivi delle donne all’interno delle mura domestiche. Donne, ci spiega il dott. Calippo, che vivono una situazione di impotenza, subiscono maltrattamenti in famiglia, e decidono di togliersi la vita, donne esasperate dove la presenza dei figli, forse è la sola situazione che a volte le riesce a trattenere”.
Nel nostro piccolo, vogliamo dedicare un pensiero, divulgare quanto più è possibile il 1522 il numero nazionale antiviolenza e stalking che si preoccupa di loro, che interviene per aiutarle, perché anche su questo il coronavirus, sta mostrando un altro dei suoi aspetti fra i più pericolosi.


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Laureata in lettere moderne, con specializzazione in critica letteraria, ho iniziato la carriera come collaboratrice del quotidiano “ Il Tempo” per 15 anni, occupandomi di politica, sociale ed eventi culturali. Con la rivista “Espresso” ho svolto tre inchieste di ampio spessore sociale. Dal 2004 al 2009, ho assunto l’incarico come consulente stampa di fiducia del sindaco di Aprilia, Santangelo. Specializzata nella comunicazione multimediale con titoli rilasciati direttamente dall’Ordine dei Giornalisti al quale sono iscritta dal 1997, ho scritto per il quotidiano La Provincia e collaboro attualmente anche con diverse testate per eventi sul territorio e per la cultura extra regionale.