Di nuovo in piazza la comunità indiana dopo la morte di Satnam per dire basta al caporalato

48

LATINA – Di nuovo in piazza della Libertà, dopo la manifestazione di sabato della CGIL oggi è toccato alla Cisl e alla Uil . Oltre  duemila indiani hanno sfilato dalle autolinee di Latina fino in piazza della Libertà per chiedere provvedimenti contro il caporalato in agricoltura dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante agricolo indiano irregolare scaricato dal datore di lavoro lontano dall’azienda in cui si era ferito lavorando, e poi morto dissanguato. Dal palco hanno parlato il rappresentante della comunità indiana nel Lazio, Gurmukh Singh, i sindacalisti della Cisl e della UIL, la sindaca di Latina Celentano. Drammatica la testimonianza di un collega di Satnam, Tarangit Singh, uno dei lavoratori presente nei momenti in cui Antonello Lovato ha caricato a bordo del furgone il 31enne indiano gravemente ferito per poi scaricarlo insieme alla giovane compagna, davanti all’abitazione in cui i due vivevano, lasciandolo senza soccorsi.

Tarangit che è ancora sotto shock, e che adesso è anche senza lavoro “dopo l’incidente  – ha detto –  non mi hanno più chiamato per lavorare” , con l’aiuto di un traduttore,  ha ripercorso i drammatici momenti seguiti all’incidente. Prima le urla del bracciante ferito, poi l’atteggiamento del datore di lavoro che urlava chiedendo a tutti i stare muti, pronunciando imprecazioni e bestemmie, poi la decisione di caricare da solo, trascinandolo, il ferito a bordo del furgone con quello che restava del braccio in una cassetta e lasciare l’azienda a tutta velocità. “Gli ho detto di chiamare i soccorsi, ma a lui non interessava nulla e ha fatto di testa sua”, ha detto Tarangit.

La comunità indiana chiede dignità e rispetto:  «Vogliamo diritti sul lavoro. Vogliamo giustizia. Vogliamo che non succeda ancora quello che è capitato a Satnam», dice Gurmukh Singh.

I sindacati hanno chiesto che tutte le istituzioni e la politica agiscano per evitare che accadano ancora cose del genere, ricordando che è lo stesso sistema di accoglienza dei braccianti a determinarne lo stato di clandestinità durante il quale diventano invisibili e possono essere sfruttati nei campi.

“Sconfiggere il caporalato è una guerra di civiltà. E le guerre di civiltà si vincono tutti uniti, perché nessuno può farcela da solo”, ha conclusoo la sindaca di Latina, Celentano che ha incontrato la moglie della vittima: “Non dimenticherò mai il suo sguardo perso nel vuoto. Una tragedia quella che l’ha colpita che non può lasciarci indifferenti. Una giovane donna privata del suo affetto più caro, lontana dalla famiglia. Per questo mi sono subito interessata affinché nell’immediatezza fosse seguita dai servizi sociali, richiedendo anche alla Asl un sostegno psicologico. Soni mi ha espresso il desiderio di volere i genitori al suo fianco in questo momento così doloroso e con lei ho preso un impegno, ovvero che mi sarei attivata personalmente per far venire qui dall’India la madre e il padre. Per questa ragione, ieri mattina, ho preso contatti con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con la Farnesina per verificare se ci fossero le condizioni per favorire l’ingresso in Italia dei genitori della ragazza. E’ arrivata la buona notizia: la Farnesina si è attivata per il rilascio dei visti per la madre e la sorella di Soni per le quali è previsto un incontro nella sede diplomatica di New Delhi per organizzare il viaggio. Allo stesso tempo mi sono interessata affinché la giovane donna avesse nel nostro Paese una tutela legale, necessaria perché nessuno possa approfittarsi della sua fragilità, in questo momento particolare. Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Latina, l’avvocato Giovanni Lauretti, da me contattato, si è reso disponibile a fornirle l’assistenza legale di cui necessita. Per quanto riguarda il lutto cittadino preannunciato: confermo che ci sarà. Siamo in attesa di capire quali saranno le modalità con cui si svolgerà il rito funebre e le relative tempistiche per intervenire con un’apposita ordinanza che interpreterà il sentimento dell’intera città”.

“Questa è una vicenda di grande disumanità a cui tutti dobbiamo ribellarci, e poi deve essere uno stimolo per reagire: da una parte con una diversa gestione dei flussi migratori, fermando queste campagne d’odio strumentali nei confronti dei  lavoratori stranieri  e a cascata con una serie di azioni già previste dalla legge 199 del 2016 la legge sul caporalato che non è mai stata applicata”, ha commentato il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli. In dissenso, non condividendo ciò che  è stato detto, il sindacato di base USB ha abbandonato la manifestazione.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.