Disastro Sep, restano perplessità su dati inquinanti e natura dell’incendio

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La situazione che si è venuta a creare a Pontinia e dintorni è grottesca. O meglio quello che s’è venuto a creare attorno alla zona industriale Mazzocchio di Pontina, che pare spettrale dopo l’incendio che ha consumato il capannone dove erano ammassato i rifiuti dell’impianto di compostaggio Sep. Fermo restando la natura dell’incendio divampato, dato che ancora oggi non si conoscono le origini, restano i dubbi sullo stato dell’inquinamento creatosi.
Un primo passaggio ha visto il sindaco di Pontinia Carlo Medici revocare le ordinanze precauzionali in cui si chiamava la popolazione a tenere ben chiuse le finestre delle proprie abitazioni, a seguito delle prime analisi effettuate dai tecnici dell’Arpa, che con due risultati dei campioni hanno ammesso che i valori riscontrati sono a norma.
Un risultato che se da una parte lascia andare cittadini e comitati a tirare un sospiro di sollievo dall’altra suscita qualche perplessità, anche perché su un’area così vasta non si immaginano sufficienti gli esiti di due campioni, seppure l’Arpa stessa è in attesa di analizzare gli altri interventi effettuati. Sorge spontanea la domanda se si è tenuto conto della direzione del vento e della vasta area interessata rispetto a un incendio di quelle proporzioni divampato il 23 agosto scorso. L’aspetto odorigeno, poi, che è tra le maggiori preoccupazioni di cittadini e comitati, assume la sua importanza, considerato che forse nasometri qualificati in Italia ce ne sono pochi e che non sempre sono a disposizione di istituti pubblici. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha installato a breve distanza dall’area interessata un campionatore ad alto volume, uno strumento necessario per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici e diossine.
A oggi sono stati posti dei teli ombreggianti sul capannone in cui il fuoco per autocombustione si è generato (a meno che la natura dell’incendio non sia dolosa, anche perché ricordiamo esso è scoppiato nell’unico punto di stoccaggio non servito da telecamere e questo desta inevitabili sospetti), un aspetto che ha fatto infuriare i comitati che da anni si battono per la tutela e salvaguardia del territorio, che puntano il dito anche sul fatto che i danni si sono estesi ai capannoni vicini, facendo esplodere finestre e pertugi che a quel punto lasciano gli odori del compost ammassato liberi di circolare indipendentemente dall’impianto di filtraggio.
Una situazione quella dell’impianto della Sep, dopo l’incendio divampato, che resta allarmante al di là delle rassicurazioni da parte dell’Arpa. Ma attendiamo sviluppi.


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