LATINA – Dice la sua sull’emergenza rifiuti in provincia di Latina Rida Ambiente che ha inviato un articolata missiva alle autorità competenti.

«Siamo stati convocati dal Prefetto di Latina, S.E. Dott. De Falco.
Al tavolo, oltre a Rida, erano presenti, sempre convocati da S.E. il Prefetto, il Presidente della Provincia, Ing. Carlo Medici e il Sindaco di Latina, Dott. Damiano Coletta.
Accertate nel corso della riunione le inderogabili e improcrastinabili necessità di manutenzione straordinaria di Rida Ambiente, S.E. il Prefetto ha ribadito il quesito, anticipato per le vie brevi, se fosse possibile ciò nondimeno individuare soluzioni alternative per non riverberare eventuali disfunzioni, a monte, sul servizio pubblico comunale di raccolta dei rifiuti.

In quella sede, la Rida Ambiente ha quindi proposto due possibili interventi, ovvero:

1. Continuare il conferimento presso Rida Ambiente di tutti i rifiuti provenienti dai 54 comuni clienti, da sottoporre alla biostabilizzazione vista l’altissima putrescibilità del rifiuto accertata con le periodiche analisi merceologiche (i cui esiti generali sono stati comunicati alla Regione, tra l’altro, con nostro prot. 391B del 07/07/2021). A tal fine, occorre utilizzare un macinatore mobile (già nelle nostre disponibilità), in grado di sostituire la parte attualmente in manutenzione.

Rida – spiegano dall’azienda- ha quindi chiesto soltanto che la Regione, come avvenuto nel passato in casi analoghi, si facesse carico dei conseguenti aspetti autorizzativi (anche per utilizzare le attuali aree di stoccaggio dell’impianto TM all’interno dell’edificio) sia per lo scarico e stoccaggio del EER 20.03.01 che per la macinazione a mezzo di trituratore mobile, nonché dei profili inerenti all’individuazione e messa a disposizione di discariche sul territorio (così come già messe a disposizione degli impianti TM sia dalla Regione Lazio con ordinanze n. Z00010 del 01/04/2021; n. Z00011 del 10/04/2021; Z00013 del 20/04/2021; Z00017 del 14/06/2021, n. Z00019 del 30/06/2021, nonché dalla Sindaca Metropolitana di Roma Capitale con l’ordinanza odierna; in entrambi i casi, le ordinanze hanno completamente escluso l’impianto della scrivente non indicandolo tra quelli autorizzati a conferirvi).

In questo caso, infatti, il rifiuto sarebbe completamente macinato, bioessiccato e smaltito conformemente alle normative vigenti al d.lgs. 36/2003, ma occorrerebbe come detto la disponibilità di spazi adeguati nelle discariche del territorio al fine di potervi conferire i maggiori quantitativi di materiale biostabilizzato (conseguente alla mancata produzione di CSS), senza peraltro ulteriori oneri oltre la tariffa prevista, salvo ovviamente gli eventuali conguagli applicati dalla Regione Lazio».

2. Continuare il conferimento dei rifiuti urbani sempre all’interno della Rida Ambiente, utilizzando lo stesso stabilimento, previa autorizzazione delle medesime aree indicate al punto 1, come centro di trasferenza dei rifiuti, come avvenuto in passato in casi analoghi (Ecologia Viterbo, con ordinanza P.G.R.), da destinare ovunque sia stabilito dagli enti locali o dalla Regione Lazio, nella sua qualità di autorità responsabile della “rete integrata e adeguata” di impianti e dei relativi flussi di rifiuti urbani. In questo caso gli oneri di tale servizio subirebbero sicuramente variazioni, in relazione ai costi richiesti dagli impianti di trattamento/smaltimento all’interno del territorio regionale o fuori regione (con accordi interregionali) eventualmente individuati da parte della Regione, con i relativi costi addizionali.

Apprendiamo tuttavia dalla stampa – spiega l’azienda di Aprilia – che la Regione Lazio, dopo aver elencato indifferentemente una lista di impianti TM e TMB con la nota prot. 0604763 del 12/07/2021, avrebbe per il momento individuato in quella lista, in coordinamento con il Presidente della Provincia Medici, due specifici impianti, la CSA di Castelforte (impianto TM sito in provincia di Latina ma privo della sezione di biostabilizzazione) e l’impianto TMB della SAF (dotato della sezione di biostabilizzazione ma posto nell’ATO Frosinone, a 140 km dall’ATO di Latina, con tutto ciò che ne segue, in termini di impatti ambientali, trasportistici ed erariali, in conseguenze delle maggiori percorrenze giornaliere da parte dei compattatori comunali, per tutto il periodo fino al termine della manutenzione di Rida Ambiente).
Desumiamo quindi che la Regione Lazio avrebbe rifiutato o comunque ignorato “a priori” le soluzioni alternative proposte dalla Rida Ambiente e, ancora una volta, come nel caso di Via Salaria e di altri impianti del territorio, avrebbe preferito indirizzare i flussi di rifiuti urbani indifferenziati EER 20.03.01, ancorché caratterizzati da elevata carica organica (come da analisi in nostro possesso e come anticipato con nostra missiva prot. 391B del 07/07/2021), verso gli impianti TM.

Non si comprende, peraltro, come mai i suddetti impianti – già fornitori di AMA Roma – possano oggi mettere a disposizione spazi per 4.000 ton. settimanali per l’ATO di Latina, mentre fino ad oggi non hanno fatto altrettanto per la stessa AMA Roma. E ciò senza considerare che, nelle suddette quantità, sono comprese anche 500 ton. di organico inidoneo al compostaggio ex d.lgs. 75/2010, come già comunicato a codesta Direzione, da ultimo, con nota prot. 391B del 07/07/2021.
Non è chiaro – conclude Rida -, quindi, come mai tale ingente capacità non sia stata messa allora a prioritaria disposizione di Roma Capitale, che già da settimane versa in condizione di emergenza e che, per il tramite della Sindaca Metropolitana, si è vista quindi costretta all’adozione in data odierna di ordinanza contingibile e urgente per autorizzare la discarica di Albano Laziale, già a disposizione della Regione Lazio con notevoli volumi sin dal 2016, e considerata anche nel Piano regionale dei rifiuti».


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