Eutanasia: la procura di Massa ricorre contro Cappato e Welby per la morte di Davide Trentini

Storia di una disobbedienza civile e di una battaglia urlata ad un parlamento sordo

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Foto da "Il Tirreno"

MASSA – La procura di Massa ha presentato ricorso in appello contro la sentenza della corte d’assise di Massa che il 27 luglio scorso ha assolto Marco Cappato e Mina Welby dall’accusa di istigazione e aiuto al suicidio per la morte di Davide Trentini, un uomo malato di sclerosi multipla, deceduto col suicidio assistito nel 2017 in Svizzera, dove questa pratica è legale.
A darne notizia l’Associazione Luca Coscioni di cui Cappato è tesoriere e la Welby co- presidente.

Tanta amarezza nel mondo Radicale che, quasi in solitaria, negli ultimi anni, si è incessantemente speso per la causa dell’Eutanasia legale e del suicidio assistito. Nota alle cronache la vicenda e la storia di Dj Fabo, meno quella concernente Davide Trentini,  aveva 53 anni e dal 1993 era malato di sclerosi multipla. La sua vita, segnata da uno stato di salute che andava sempre aggravandosi e rendeva la sua vita un calvario, era diventata una corsa dietro ad una malattia senza soluzione. Per questo ha contattato Marco Cappato e poi Mina Welby per conoscere le modalità e ottenere aiuto per accedere alla morte volontaria in Svizzera. Il processo Fabo si era concluso il 23 dicembre 2019, aprendo una nuova strada sulla questione. Sembrava l’inizio di una via per consentire al parlamento di legiferare, ma nonostante sembri esserci una maggioranza moderata e di centro-sinistra che si dichiara riformista e progressista, dentro ai palazzi romani tutto ha taciuto e tutto tace. Fino a quando, il 27 luglio di quest’anno, la corte d’assise di Massa non ha assolto Mina Welby e Marco Cappato per il processo Trentini. La sensazione era quella di aver dato nuova interpretazione al processo Fabo, rendendo la strada di una legge sull’Eutanasia più aperta che mai.

Ma, colpo di scena (ma forse neanche troppo), così non è stato. Perché non solo il parlamento non ha dato segni di esistere limitandosi a non farsi carico delle sue responsabilità, ma il processo per l’aiuto prestato a Davide Trentini sembra tutt’altro che chiuso.

Credevate mi avessero assolto?
E invece.
Il Pubblico Ministero (che già chiese per me e Mina il carcere) si è appellato contro l’assoluzione.
Ci sarà un nuovo processo in Corte d’Appello.
In attesa che il Parlamento si faccia vivo.
Scrive così Marco Cappato sulla sua pagina Facebook, un post amareggiato, di chi un po’ si aspettava questo epilogo.
Sembra lontana la sentenza che aveva fatto sperare tutti coloro che da anni aspettano una legge al riguardo. Filomena Gallo è una di questi, legale storica dell’Associazione Luca Coscioni, aveva spiegato con queste parole l’importanza della passata sentenza:
La decisione aggiunge l’elemento importante (emerso dalla consulenza tecnica del Dr. Mario Riccio) che il trattamento di sostegno vitale è e deve intendersi qualsiasi trattamento sanitario interrompendo il quale si verificherebbe la morte  del malato anche in maniera non rapida (Cf pag. 31 sentenza) 
Tutto vano al momento, perché, come contestano alcuni, il fattore ideologico di un paese come l’Italia è ancora troppo forte. Ma con un parlamento prossimo ad una riduzione di 1/3, chi ha il coraggio di rischiare la pelle (o la pelle della poltrona)?
Se nella giornata di ieri un renziano di ferro come Nicola Carè ha annunciato il suo ritorno nel PD alla luce dei risultati elettorali di Italia Viva (era passato ad Italia Viva, ndr), come si può sperare che vi sia qualcuno pronto ad esporsi su un tema così divisivo?
In un’italia che conta ancora su di un forte elettorato cattolico o di matrice cattolica nessun partito ha interesse a creare divisioni interne e soprattutto fra gli elettori, esponendosi su un tema spinoso come quello dell’eutanasia.

La vicenda 

Dopo alcuni incontri e dopo il supporto di Mina nello sbloccare alcune procedure burocratiche, occupatasi anche di svolgere la funzione d’interprete con la clinica, Davide ha ricevuto il cosiddetto ok, ed è partito per la Svizzera con Mina dove ha avuto accesso alla morte volontaria il 13 aprile 2017.

Come entrano in gioco Mina Welby e Marco Cappato?

Mina ha praticamente accompagnato Davide in Svizzera coadiuvandolo con tutte le pratiche burocratiche. Marco Cappato, invece, aveva raccolto, attraverso l’associazionismo della galassia radicale, i fondi necessari per pagare la clinica.

Qual è il capo d’imputazione per Marco e Mina?

Entrambi sono stati imputati per il reato di cui all’art. 580 del codice penale in concorso fra loro; istigazione e aiuto al suicidio per aver aiutato Davide Trentini a raggiungere la Svizzera ed ottenere il suicidio assistito.

Per quale motivo Welby e Cappato sono stati processati?

Marco Cappato e Mina Welby, pienamente consci del divieto per la legge italiana, anche del solo aiuto al trasporto in Svizzera del malato che ne faccia richiesta, si sono autodenunciati presso la stazione dei Carabinieri di Massa, mettendo in pratica quella che viene detta disobbedienza civile, modus operandi pannelliano, tipico dei Radicali. L’obiettivo è quello di modificare i divieti del codice penale in Italia affinché venga finalmente approvata una normativa sul fine vita.

Adesso si riapre il palcoscenico, Mina Welby e Marco Cappato, attentamente seguiti dall’Avvocato Filomena Gallo, riprendono la loro battaglia e la domanda resta la medesima:
Dov’è il parlamento?
Nel frattempo una pletora di persone attende, forse invano.


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Giovane studente toscano, aspirante giurista italo francese, attualmente vivo a Parigi. Nonostante la distanza fisica non ho perso di vista il mio territorio, verso il quale nutro un interesse atavico. Appassionato di scrittura sin dalla più tenera età, al momento gestisco la sezione toscana della testata oltre ad altre collaborazioni sporadiche.