LATINA – Si è conclusa oggi la terza giornata del 50° Anniversario della nascita del Fronte della Gioventù. Festival della Militanza Politica”. L’incontro-dibattito sulla militanza politica giovanile dagli anni ’70 ad oggi, seguito dalla presentazione di due libri e dal convegno sui 50 anni del Fronte della Gioventù, hanno animato la terza data dell’evento andato in scena presso la Casa del Combattente, in Piazza San Marco, a Latina.

Introdotto e moderato da Luca Bracchi, durante il dibattito delle 10:30 sono state tante le testimonianze che hanno legato le esperienze del passato a quelle del presente: ai ricordi di Riccardo Spagnolo (militante politico di destra anni ‘70), Giorgio De Marchis (militante politico di sinistra anni ‘80), Luigi Vocella (dirigente Azione Giovani anni 90) e Antonio Capozzi (dirigente Azione Giovani anni 2000) – i quali hanno raccontato in maniera dettagliata attraverso le proprie esperienze cosa significasse fare militanza negli anni passati –, si sono alternati gli interventi dei giovanissimi Valeria Campagna (“Latina Bene Comune”), Gioanna Troplini e Lorenzo D’Erme (“Latina nel Cuore”) i quali invece, nonostante rappresentino fazioni politiche molto diverse, hanno voluto sottolineare quanto oggi tutto ciò sia cambiato.

E a chi ha domandato loro il perché oggi sia venuta meno quella passione e quel “fuoco” che allora smuoveva gran parte dei giovani a scendere in piazza e a mobilitarsi, ognuno di loro ha risposto in maniera diversa, ma mantenendo lo stesso filo conduttore: “L’impegno e la volontà di metterci in gioco c’è ancora” ha risposto la Campagna: “C’è più consapevolezza, che però si concretizza attraverso modi e strumenti diversi rispetto al passato – social e non solo” ha aggiunto quest’ultima. “E’ difficile appassionarsi ad una politica che a noi giovani è stata presentata per anni come corrotta, fine a sé stessa e poco funzionale” ha aggiunto la giovane esponente di Fratelli d’Italia Troplini: “Molti ragazzi sono spaesati e sembrano aver paura di questo mondo, ma ciò può essere cambiato”. “Non c’è più una lotta fra fazioni opposte, ma il “fuoco” che animava i giovani del passato c’è ancora, solo che viene esternato in modi diversi” ha aggiunto Lorenzo D’Erme: “Sono cambiati paradigmi ed esigenze delle persone. Questo è il nostro tempo ed è difficile da giudicare in maniera positiva o negativa, ma il “fuoco” che anima i giovani persiste tuttora: va solo coltivato e alimentato in maniera diversa. Molti ragazzi già fanno politica e non lo sanno, bisogna solo instradarli” ha chiosato D’Erme.

Le conclusioni, invece, sono state affidate al Prof. Dino Iavarone (Capogruppo Consiglio Comunale Latina “Latina nel Cuore”), che ha chiosato asserendo come “i ragazzi si formano nella scuola, nella famiglia e nella comunità. La politica, che può essere trasmessa in tutti questi ambienti, sta tuttavia sparendo da ognuno di essi: in famiglia e a scuola se ne parla sempre meno, mentre i partiti hanno cambiato funzione e, di conseguenza, i ragazzi sono spaesati. Noi adulti dobbiamo fare dunque uno sforzo, impegnandoci nel compiere il passaggio di testimone ai ragazzi”. Parole condivise anche dal Sociologo Lidano Cantarelli e dal giornalista Giovanni Alibrandi.

Qualche istante dopo, invece, la presentazione del libro “Camerata addio” di Pierluigi Felli. Negli anni settanta Latina ribolliva di partecipazione ed attivismo politico e l’autore ha raccontato ai presenti episodi di quel periodo attraverso la storia di un personaggio appartenente all’area di estrema destra. Presenti, accanto a Felli, anche l’editore Massimiliano Vittori e Angelo Tripodi.

Le attività pomeridiane, invece, sono ripartite con un’altra presentazione, quella del libro: “Fronte della Gioventù: la destra che sognava la rivoluzione” di Alessandro Amorese. Nel suo testo l’autore, sulla base di numerose testimonianze, centinaia di documenti, immagini ed esperienze personali, ha eseguito la prima analisi storica sul movimento giovanile in Italia negli anni Ottanta e Novanta, cercando di rispondere ai quesiti “Cos’è stato il Fronte della gioventù? Solo l’organizzazione giovanile del Msi o molto di più?“. La presentazione, moderata da Francesco Biava, ha visto intervenire anche Giulio Buffo e Felice Costini, i quali sono tornati sul tema della gioventù e sul passaggio di testimone nei confronti dei ragazzi: “Il Fronte della Gioventù deve essere una fonte d’ispirazione per quest’ultimi, affinché trovino la propria strada. Bisogna tramandare alle generazioni future lo spirito che avevamo noi alla loro età”.

A concludere la terza giornata, infine, il convegno-dibattito “50 anni del FdG…una storia che parla di futuro”, moderato da Maurizio Guercio e che ha visto la presenza dell’ex sindaco di Roma e Segretario Generale del Fronte della Gioventù Gianni Alemanno, nonché quella di Roberta Angelilli (Ex Vicepresidente del parlamento europeo), Paolo Capone (Ex Dirigente del Fronte della Gioventù Pontino e oggi Segretario dell’UGL), Roberto Menia (Ex Segretario del Fronte della Gioventù di Trieste e membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana) e Fabio Rampelli (Ex Dirigente del Fronte della Gioventù e parlamentare).

Il Fronte aveva radici così prodonde che toccava tutti gli 8000 comuni italiani” ha esordito Capone: “Quelle esperienze, quella storia di comunità ce la portiamo dentro e definisce ciò che siamo oggi”. “Non era solo un’associazione di partito, ma un’esperienza di vita che non considero un capitolo chiuso. Lì, infatti, c’era già il futuro della destra politica italiana: radici, tematiche e codici che ritrovo tutt’oggi” ha aggiunto la Angelilli; “Il Fronte è stata una scuola di vita. Non eravamo ancora grandi ma ci sentivamo adulti, protagonisti della storia” ha sottolineato invece Menia. Una serie di testimonianze concluse da quella di Alemanno: “Sono state davvero tante le battaglie del passato. Avevamo una visione che guardava al futuro, alla partecipazione, al movimentismo e alla socialità: vincemmo una battaglia contro una destra che guardava al passato e grazie alla quale oggi ne esiste una che si rifà invece ai valori della nazione. Molti dei motivi per cui scendemmo in piazza allora sono ancora attuali: seguiamo dunque questo filo rosso e non scordiamo le radici forti che abbiamo costruito” ha chiosato l’ex sindaco della Capitale, rispondendo alla domanda del moderatore rispetto ad una “staffetta” simbolica da attuare con i giovani di oggi.

Si ricorda che la mostra – a cura di Agostino Latuille, Fabio Martellucci e Giuseppe Mochi e sostenuta dalla Fondazione “Alleanza NaIonale” –, allestita al fine di condividere con il pubblico le storie, i ricordi e i reperti delle numerose battaglie, iniziative e sacrifici fatti in passato dal Fronte della Gioventù, sarà aperta fino alle 13:00 di domani.


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Laurea triennale in "Scienze della comunicazione e dell'informazione" presso Università degli Studi Roma TRE. Laurea Specialistica in "Media, Comunicazione digitale e Giornalismo" presso Università La Sapienza di Roma. Aspirante giornalista e addetto stampa presso vari enti locali, scrivo di cronaca, politica, società e sport.