ROMA – I fratelli Gabriele e Marco Bianchi menano le mani anche in carcere e finiscono nel braccio G9 primo piano del carcere di Rebibbia, quello dove sono rinchiusi i detenuti più pericolosi e più a rischio ritorsioni come pedofili, collaboratori di giustizia e stupratori. I due sono accusati con Mario Pincarelli dell’omicidio del giovane Willy Monteir Duarte, in seguito a un brutale pestaggio vicino a un locale a Colleferro. Ora sono stati trasferiti dal braccio G12 piano terra dove sono stati rinchiusi per i 14 giorni di quarantena.

Gli altri reclusi non li vogliono accanto, scrive il Giornale che riporta la denuncia dell’associazione “Detenuti Liberi” secondo cui i fratelli di Artena avrebbero litigato con un marocchino che si era rivolto a loro mentre si recavano in parlatorio. L’episodio ha spinto la figlia dello straniero a chiedere la protezione dai fratelli Bianchi al Garante del Lazio, Stefano Anastasìa.

La situazione è esplosiva tra i Bianchi e gli altri detenuti. Urla e insulti contro i fratelli si susseguono di notte e di giorno, e si parla “persino di sputi nei piatti in cui mangiano”, riporta il quotidiano. Ora sono reclusi nel braccio degli “infami”:


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