Il momento è catartico, anzi… alcolico!
Il punto politico è: se un governo in Italia dovesse cadere sul MES, sarebbe da ubriachi persi. Chi chiede poi, in piena seconda ondata coronavirus, elezioni anticipate (come Salvini e Meloni) o minaccia la crisi di governo (come Renzi o il ministro Bellanova), ha lo stesso spessore morale di chi angustia gli anziani nelle RSA ed i minori in strutture protette.
A fronte di circa 240 medici morti sul campo della battaglia al coronavirus e di circa 60.000 medici, abilitati ed iscritti all’Ordine dei Medici che, in Italia, se non conseguono una Specializzazione, attraverso la frequenza di una media di 4 anni, tramite borse finanziate in ambito Universitario, hanno come prospettiva di carriera quella di andare a fare sostituzioni nella Guardia Medica, un’idea come utilizzare il MES a fini sanitari ce l’avrei. Invece di tenere le Università italiane in condizione di non accogliere dignitosamente gli iscritti frequentanti, i fondi del MES potrebbero essere utilizzati per creare nuove strutture di ricovero ma anche altre atte alla formazione di tutte le professioni sanitarie e per reclutare nuove risorse in campo medico che, tra i professionisti più anziani che andranno prossimamente in pensione (se scampati al covid-19), e quelli che non saranno riusciti a formarsi in tempo con le borse di specializzazione, avremo un cortocircuito nel SSN.
Un popolo ubriacato da altri problemi ed i governi succedutisi, di ogni colore, negli ultimi vent’anni, hanno creato un imbuto formativo per cui, a fronte degli accessi non liberalizzati alla Facoltà di Medicina ovvero selezionati per concorso nazionale, si è verificato che si è accumulato un numero di laureati nettamente superiore alle borse di specializzazione finanziate ogni anno. Questa esperienza che anch’io ho provato indirettamente, seguendo il calvario di mia figlia, specializzanda in Medicina del Lavoro al secondo anno e che, essendo in prima linea, ha contratto una forma asintomatica di coronavirus (giunta prima del “bonus covid” che la Regione Toscana aveva deciso durante la prima ondata) mi induce alla piena solidarietà ai medici in cerca di specializzazione che pochi giorni orsono hanno scioperato.
Per loro, non il destino, ma la follia di una mancata programmazione che ha determinato questa “macelleria di intelligenze”, prefigura la vita da migrante all’estero o da disoccupati in Italia. Medici che, anche se arriveranno alla meta, non saranno più giovani medici, ma già invecchiati. Più che camici bianchi, camici grigi, dopo essere stati incazzati neri per una situazione che, tranne in Italia, ha eguali.
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