ROMA- Un assegno per ciascun figlio a carico, regole più chiare per i congedi parentali, contributi che arrivano a coprire anche l’intera retta degli asili nido, agevolazioni fiscali per aiutare le giovani coppie a pagare l’affitto della casa. Il «Family act» è legge, il governo prova a rivoluzionare il sistema di sostegni e sussidi alle famiglie, cercando di semplificare il sistema e di fare arrivare gli aiuti anche a chi oggi non ne beneficia. Un percorso che è solo avviato, perché quella varata dal consiglio dei ministri è una legge delega e serviranno poi dei decreti legislativi per dettagliare e rendere operative le nuove misure.

Peraltro, si rischia subito una polemica: secondo l’accordo raggiunto tra Pd e Iv una parte del provvedimento poi – quella sull’assegno unico –  dovrebbe essere stralciata e votata in commissione alla Camera a partire da lunedì, sfruttando una proposta di legge presentata dal Pd tempo fa. Ma fonti renziane fanno trapelare all’agenzia Ansa che «non c’è nessuno stralcio». Una frase che al PD commentano con irritazione: «L’accordo prevede che l’assegno unico si faccia con la nostra proposta di legge. Se non c’è accordo ridiscutiamo tutto… Aspettiamo di sentire cosa dice la ministra Elena Bonetti».

Nel merito, il provvedimento prevede cinque grandi filoni di intervento: l’assegno unico, appunto, e poi misure per il sostegno all’educazione dei figli, una riformulazione dei congedi parentali, incentivi al lavoro delle madri e misure di sostegno per gli studi dei giovani a carico e per le giovani coppie. Un pacchetto che di fatto dovrebbe assorbire – e semplificare – la miriade di misure previste attualmente.

In particolare, l’assegno unico spetterà a tutte le famiglie per ciascun figlio minorenne a carico, l’importo sarà variabile a seconda del reddito Isee e aumenterà del 20% a partire dal terzo figlio. Il sostegno scatta a partire dal settimo mese di gravidanza e viene incrementato in caso di figli con disabilità. L’assegno viene «attribuito mensilmente, mediante attribuzione di una somma di denaro», oppure si potrà scegliere di riscuoterlo annualmente sotto forma di crediti d’imposta.

Sono poi previsti contributi per il pagamento degli asili nido, sostegni per le spese per gite scolastiche, palestre, piscine ed associazioni sportive, ma anche per l’acquisto di biglietti per il teatro, il cinema, i musei e libri scolastici.

Saranno introdotti congedi obbligatori non inferiori a 10 giorni per il padre lavoratore nei primi mesi della nascita del figlio, e i congedi spetteranno a prescindere dallo stato civile o di famiglia. Per le madri lavoratrici ci sarà un’indennità integrativa della retribuzione erogata dall’Inps e verrà concessa la detraibilità o la deducibilità delle spese per addetti ai servizi domestici e all’assistenza di familiari assunti con contratto di lavoro subordinato.

Per sostenere «l’autonomia e il protagonismo giovanile», poi, la legge prevede detrazioni fiscali delle spese per l’acquisto di libri universitari di figli maggiorenni a carico. Infine, un sostegno per le giovani coppie «di età non superiore a 35 anni» che potranno usufruire di «agevolazioni fiscali per l’affitto della prima casa».

Festeggiano sia il Pd che Italia viva, impegnati appunto in una sorta di derby per rivendicare la paternità dei provvedimenti. Dice la ministra Elena Bonetti, Iv: «Il governo ha approvato il Family act. Un sogno grande nato alla Leopolda». E Matteo Renzi aggiunge: «Molto bene. Soldi e diritti per Figli e Famiglie». E Graziano Delrio, capogruppo democratico alla Camera, afferma: «E’  importante approvare in consiglio dei ministri il Family Act e la settimana prossima in commissione l’assegno unico. Appena approvata la delega dobbiamo correre a fare il decreto legge attuativo dell’assegno unico. Abbiamo lavorato bene con la ministra Bonetti, siamo soddisfatti». Delrio, insomma, conferma che la parte dell’assegno unico deve essere stralciata.(Fonte La Stampa)


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