Il soffio del vento: Il brutto

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Il brutto

Due sole vere infelicità aveva la vita, per coloro sui quali la natura esercita la sua feroce ingiustizia: la bruttezza e la vecchiaia, soggette al disprezzo e allo scherno della bellezza e della gioventù.
Luigi Pirandello

Il brutto in genere suscita sensazioni spiacevoli dal punto di vista estetico perché non conforme a certe norme dell’arte. Il brutto viene accostato a ciò che è osceno, deforme, kitsch, mostruoso, disgustoso, poco gradevole, ripugnante. Il filosofo greco antico  Plotino ha scritto che «il brutto è realmente il grado zero del bello».

Umberto Eco, infatti, nel curare uno straordinario saggio sulla Storia della bruttezza (Bompiani Editore, 2007), nell’introduzione ha scritto: «In ogni secolo, filosofi e artisti hanno fornito definizione del bello; grazie alle loro testimonianze è così possibile ricostruire una storia delle idee estetiche attraverso i tempi. Diversamente è accaduto col brutto. Il più delle volte si è definito il brutto in opposizione al bello… Se la storia della bellezza può avvalersi di un’ampia serie di testimonianze teoriche (dalle quali si può dedurre il gusto di una data epoca), una storia della bruttezza dovrà per lo più andare a cercare i propri documenti nelle rappresentazioni visive o verbali di cose o di persone in qualche modo intese come “brutte”».

In riferimento ad una persona brutto, in senso fisico, significa di aspetto deforme o comunque sgradevole, sgraziato ed è sempre opposto al bello e in senso morale, definisce un uomo meschino, ingeneroso e anche ignobile e vile; riferito ad un’azione vuol dire riprovevole, vergognosa, intollerabile e riferito ad avvenimenti, a fatti e a situazioni, brutto è sinonimo di spiacevole, doloroso, infausto, sfavorevole.

La concezione del brutto in arte, per diversi secoli, è stata considerata come qualcosa di sbagliato, di inaccettabile e di irrappresentabile e spesso l’idea del brutto è stata legata allo “spuntare” del caos nell’ordine ed è stata recepita come qualcosa di informe.

Nel campo letterario e artistico, in alcune poetiche ottocentesche come quelle che fanno riferimento a Baudelaire e al Decadentismo, il brutto è diventato l’oggetto preferenziale della rappresentazione artistica, mentre nel Novecento la categoria del brutto è stata utilizzata dai Futuristi come una provocazione (Boccioni nel 1913 intitolò Antigrazioso un suo quadro), e dagli Espressionisti come una denuncia sociale.

 

 

 


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