ROMA – «Il piano dei rifiuti della regione Lazio è obsoleto. Superato. Soprattutto studiato per favorire le lobby dei vecchi monopolisti e chi con i rifiuti fa affari tutti i giorni».

Lo scrivono senza mezzi termini i colleghi di Etrurianews, portale sempre ben informato su quello che accade nei corridoi della Regione Lazio.

«Il business è impressionante – prosegue la redazione di Etrurianews.it nella sua disamina – . Parliamo di tanti soldi. Il monopolio dei rifiuti regionali è sempre stato nelle mani del “Supremo” Cerroni che ormai, vicino ai 100 anni di età , ancora tratta circa 10mila tonnellate di rifiuti romani a settimana tra l’impianto TMB di Viterbo, la discarica di Monterazzano, l’impianto di Guidonia, quello di Malagrotta ed alcuni impianti Tm ad esso riconducibile. Nel corso degli ultimi trent’anni chiunque abbia osato mettersi contro il “Supremo” ha sempre pagato pegno.

Ultimo esempio quello del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, quando ha fatto sapere all’Italia intera di essere pronto a realizzare un termovalorizzatore.

Travolto dalle polemiche del suo stesso, partito, il PD che in molti casi preferisce dare continuità alle strategie del passato e cioè togliere i rifiuti e soprattutto “soldi” (tassando in modo esagerato) ai cittadini laziali per portarli in terra di Romagna.

Viterbo, Latina, Frosinone, Roma, quando si parla di rifiuti o sono polemiche o avvisi di garanzia emessi da qualche Procura.

L’ultimo colpo di teatro è stato quello dell’amministratore della “Futuro Rifiuti Zero” di Formia, Raffaele Rizzo.

Il problema sollevato da Rizzo con FRZ  è un problema 15 volte meno  di quello che  riguarda  “Roma Capitale” e cioè 1200/1500 tonnellate settimanali di rifiuti.

Sottolineiamo che, la città di Roma, per ciò che concerne la raccolta differenziata dei rifiuti è ferma al 38% .

Dunque qual è la sorpresa? Nessuna…

I rifiuti di Roma arrivano puntualmente e ripartono senza aver avuto un adeguato trattamento della parte biologica.

Dalla regione Lazio, ogni tanto, arriva qualche lettera che offre la possibilità, a questi impianti, di portare qualcosa a stabilizzazione presso altri impianti regolari (pochi in attività).

La domanda è: perché si devono portare a stabilizzazione i rifiuti?

Perché forse il materiale che entra non è conforme e il contenuto organico rimane tale?

A tutto questo si è aggiunta la confusione generata dal Governo Zingaretti, fortificata dalla sindaca Raggi e ampliata dal sindaco nonché commissario Gualtieri. Perché?

Il Lazio necessita di un piano rifiuti ma è fermo da tempo. A complicare il tutto poi c’ha pensato il solito Nicola Zingaretti che, nel 2021, ha emesso diverse ordinanze contingibili e urgenti per autorizzare il conferimento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma Capitale presso impianti di solo trattamento meccanico (quindi non dotati del necessario trattamento biologico).

Da questi impianti, i rifiuti ancora fortemente ricchi di sostante organiche, vengono trasferiti e quindi conferiti presso le discariche distribuite nel Lazio.

Sempre nello stesso anno, l’allora sindaca Virginia Raggi, fu costretta ad emettere un’ordinanza per l’apertura straordinaria della discarica di “Eco ambiente” ad Albano Laziale.

Ordinanza prorogata successivamente dall’attuale sindaco Roberto Gualtieri (che ricopre anche la carica di commissario straordinario sui rifiuti) fino ad arrivare alla definitiva chiusura avvenuta il 27 febbraio di quest’anno.

Queste ordinanze prevedevano l’apertura della discarica di Ecoambiente per ricevere i rifiuti provenienti dagli impianti che trattavano i rifiuti di Roma Capitale (ma attenzione non prevedevano deroghe sulla tipologia di rifiuti conferibili).

Finito il termine di validità hanno perso ogni efficacia. Sulla carta ovviamente perché i rifiuti urbani di Roma Capitale hanno continuato ad essere conferiti presso impianti di solo trattamento meccanico anche dopo il 07/08/2021.

Per essere conferiti in questi impianti i rifiuti devono avere delle caratteristiche imprescindibili e cioè provenire da ambiti che raggiungono minimo il 65% di raccolta differenziata di cui almeno il 50% di organico e che il prodotto trattato abbia una percentuale di umido in uscita inferiore al 15% o un IRDP inferiore a 1000.

Roma non rispetta i parametri minimi. Oggi, salvo smentite, la raccolta differenziata non supera il 38% e continua a conferire in questi impianti senza alcuna specifica ordinanza e/o deroga.

Nessuno controlla. O meglio. Quando si effettuano i controlli gli impianti vengono avvisati con largo anticipo in modo da riservare agli ispettori un quadro ben disegnato ma ben distante dalla realtà.

In conclusione, dall’unione di governo Zingaretti/Raggi/Gualtieri, negli ultimi 10 anni, la pianificazione dei rifiuti è uguale a zero.

I piani regionali rimangono in stallo e volti a favorire i monopolisti. Gli impianti di trattamento in deroga rispetto alla normativa nazionale e/o europea i rifiuti vengono bruciati nella “patria” del Partito Democratico e dei rivoluzionari (a chiacchiere) Elly Schlein e Stefano Bonaccini; una piccolissima parte da quest’anno viene spedita in Olanda. Tutto condito con determinazioni da parte dell’area rifiuti dei vari enti che consentono di maggiorare i costi di di smaltimento 50/80 € tonnellata. Altre (determine) servono per tamponare gli abusi degli impianti da parte dell’area rifiuti. Tutto questo avviene sotto il naso del nuovo governo regionale che, nonostante abbia cambiato radicalmente l’asset politico, si ritrova gli stessi personaggi a “menare le danze”. La colpa ovviamente è solo ed esclusivamente del centrodestra che, in questi ultimi anni, non ha saputo preparare una classe dirigente adeguata per sostituire l’attuale che continua a rispondere a logiche ben lontane da quelle che i cittadini hanno votato e che non vorrebbero più vedere».


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