SEZZE – «Nelle ultime ore – spiega sul suo profilo Facebook il segretario provinciale del Pd e consigliere Regionale, Salvatore La Penna – grazie all’utilizzo di catene di sms e messaggi whatsapp, si sono diffuse notizie e voci riguardo il futuro del Punto di Primo Intervento di Sezze. Questi rumors addosserebbero alla ASL di Latina e ad una presunta insensibilità della Regione Lazio la responsabilità della chiusura del PPI, che si ritiene ormai decretata, invitando la cittadinanza alla mobilitazione. Fermo restando che i cittadini hanno piena libertà e legittimità nell’organizzare momenti di confronto e mobilitazione, mi pare opportuno riportare la discussione nei binari della verità e della consequenzialità dei fatti.
Come emerso anche nei lavori del consiglio comunale di Sezze convocato appositamente, e con molta sensibilità istituzionale, il 13 Luglio, da parte di tutti i livelli istituzionali vi è l’impegno a far sì che ci sia un potenziamento dell’offerta sanitaria nel nostro territorio e nessuno smantellamento di servizi. Ciò vale per Sezze e per tutti gli altri Punti di Primo Intervento della Provincia di Latina, ben 7 sui 13 di tutto il Lazio. La Regione Lazio e la Asl di Latina sono al lavoro affinché non pesino sulle nostre comunità gli effetti del Decreto Ministeriale 70/2015 (“Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”), secondo il quale i PPI dovrebbero essere superati, al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità, mantenendo separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria implementando l’attività territoriale.
Come già affermato, intervenendo in Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Lazio, convocata per audire i Sindaci dei Comuni che ospitano i Punti di Primo Intervento, “riteniamo fondamentale tenere conto della necessità di potenziare e migliorare la nostra offerta sanitaria ed evitare il depauperamento dei livelli di assistenza. Oggi è possibile farlo grazie al lavoro di risanamento degli ultimi anni. Il nostro territorio ha una specificità morfologica ed orografica, livelli di ricettività turistica e tempi di percorrenza tali da indurre ad una attenzione particolare; non si può freddamente applicare il Decreto Ministeriale 70 del 2015 che non tiene conto di tale specificità e del fatto che la gran parte dei PPI deriva dalla precedente riconversione di strutture ospedaliere. In Commissione è stata proposta dal PD e dal centrosinistra una risoluzione in cui si chiede al Ministro della Salute che vengano apportate le necessarie modifiche al D.M. 70/2015 affinché possa essere salvaguardata la presenza dei PPI sul nostro territorio. Al contempo la Regione, tenendo conto del DM 70/2015, è al lavoro per garantire una qualità sempre migliore della nostra offerta sanitaria, in contatto e in raccordo continuo con le amministrazioni e le comunità locali”. Siamo quindi a disposizione affinché su un tema così delicato vi possa essere l’impegno delle Istituzioni ma anche un dibattito pubblico serio, che tenga conto di dati tecnici e normativi; è opportuno evitare, su un tema di così grande rilevanza, distorsioni informative e speculazioni politiche, da qualunque parte arrivino».
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