La Sciotta

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La Sciotta                                                                                                                  Minestrone letterario                                                                                                 di Pietro Capuzzimati

La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l’ascolta.                                        Michel de Montaigne

          Da diversi anni seguo con attenzione e interesse la passione che l’amico Piero Capuzzimati coltiva per i giochi linguistici. Nel corso della sua vita ha dimostrato sempre una particolare inclinazione a occuparsi del linguaggio e del dialetto.

La ludolinguistica, branca della linguistica che si occupa di giochi di parole con finalità ludiche ed estetiche, è stata una attività prescelta, ormai da molti anni, da Piero nel suo tempo libero da impegni professionali.

Piero Capuzzimati l’autore del divertente saggio La sciotta, (edizioni Impremix) – piatto tipico della tradizione pugliese, un minestrone ricco di verdure – ha scelto con arguzia come sottotitolo Minestrone letterario, precisando, nella sua documentata introduzione, che in questa pietanza vi sono pensieri di varia natura che si riferiscono a proverbi trasformati, a prose e a poesie dialettali.

Le divagazioni linguistiche, prodotte prevalentemente nel periodo della Pandemia, sono state raccolte in maniera oculata in tre sezioni del libro: Proverbi e sproverbi, Dialettando mi diverto e Ludolinguistica. Elemento centrale del lavoro scritturale dell’autore è la parola anzi, con maggior  precisione, l’arte combinatoria delle parole, delle frasi e delle locuzioni linguistiche e in particolare dello slittamento del significato delle parole stesse.  

Nel primo capitolo i Proverbi, che sono una elaborazione del pensiero popolare e che inducono a riflettere, sono trasformati, grazie all’estro creativo dell’autore, e diventano  Sproverbi. Nella scelta dei proverbi, l’autore, attento e acuto osservatore della realtà, coglie le varie esperienze umane fotografate nel vivo delle situazioni vissute quotidianamente.  Nel soffermarsi sui vari proverbi trasformati, Piero utilizza con bravura la tecnica dell’ironia e della dissacrazione, della parodia e della farsa.

Nel secondo capitolo Dialettando mi diverto l’autore, servendosi del dialetto, autentico mezzo espressivo e comunicativo, recupera la sua memoria del passato, delle persone conosciute e dei luoghi frequentati. Infatti, in questa sezione del libro, Piero dimostra che il dialetto è servito, non solo nella sua infanzia e adolescenza, a manifestare i suoi pensieri, le sue gioie e le sue arrabbiature, ma anche nella quotidianità del suo lessico familiare.

Il linguaggio dialettale del suo paese natio, Faggiano, ha suscitato nell’autore  sempre attenzione ed è stato negli anni della sua formazione oggetto di studio che lo ha interessato e divertito. Il dialetto, prezioso strumento espressivo-poetico,  per Piero rappresenta nei confronti della lingua ufficiale una integrazione, un aiuto costante, e non si pone mai in contrasto con essa. Piero, nel corso della sua esistenza,  non ha mai rinunciato al suo ricco patrimonio dialettale perché la parlata dialettale gli ha consentito di conservare una continuità con le tradizioni e gli ha sempre offerto maggiori possibilità espressive nelle maniere colloquiali ed emotive.

Poiché per Piero l’eventuale perdita del dialetto costituirebbe un impoverimento culturale e linguistico, è bene che continui a “esercitarsi” nel suo divertimento letterario, giocando con le parole e ricercando le sue «pepite dialettali». con il loro caleidoscopio di pensieri , riflessioni e acrobazie letterarie.

Nel terzo e ultimo capitolo del saggio La sciotta. Minestrone letterario Piero Capuzzimati, attraverso anagrammi, acrostici rovescio di frasi, cambio di vocale nella stessa parola, dimostra, suscitando sorrisi nei lettori, la sua abilità a “divertirsi” e a inventarsi giochi linguistici letterari  (scambi di lettere o sillabe)  nell’ambito di una parola o di una frase per ottenere nuove parole e frasi di diverso significato.

Piero Capuzzimati, con la sua produzione linguistica, può essere considerato un raffinato cesellatore del linguaggio, un esperto sui temi della creatività, dell’umorismo e dei giochi di parole ed è auspicabile che in futuro continui a coltivare con sorriso questa attitudine letteraria di “giocare” con le parole per divertire sé stesso e gli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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