La storia di Malika, cacciata di casa a 22 anni per il suo orientamento sessuale, la Toscana è più forte dell’odio

Una gara di solidarietà ha già raccolto oltre 30.000 euro. Sostegno delle istituzioni, da Mazzeo a Nardella

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Se non avessi potuto sentire con questi miei orecchi le frasi di quella signora che, per il solo merito di aver messo alla luce una bambina si fregia del titolo di mamma, non mi sarei mai immaginato tanto odio. Eppure c’è, c’è un odio inimmaginabile nella voce carica di inumanità di quella signora, c’è qualcosa d’innaturale, c’è la cattiveria che una mamma non dovrebbe neanche immaginare possibile. Ma le mamme sono ben altre, sono quelle che ti sanno far crescere, ma che crescono con te, sono quelle che possono dispiacersi, ma ti abbracciano e lottano per la tua felicità. In quella voce non ho sentito nemmeno un istante una mamma, non ho sentito una Donna, non ho sentito un essere umano degno di tale evoluzione. in quella rabbia trasudata con l’anima ho sentito tutto il tetro che affligge la nostra società, il lato più nero di questa splendida regione, vanto di apertura e progresso.

“Parli di altra gente? sono fortunati, perché i figli li hanno normali e solo noi s’ha uno schifo così”.
Solo noi s’ha uno schifo così, a dirlo non sembra possibile, eppure lo è. Esordisce così la mamma di Malika nella sequela di messaggi inviati alla figlia, una frase urlata, con la bava alla bocca e gli occhi fuori dalle orbite, lo s’intuisce chiaramente dal tono di voce.
Malika ha 22 anni e la sola colpa di amare, amare una ragazza come lei. A gennaio, dopo mesi di una relazione felice era stanca, stanca di vivere una vita che non era la sua. Di vivere con una maschera davanti ai suoi genitori, nessuno vuole vivere ciò che non è davanti alle persone che più dovrebbero amarti. Così il 5 gennaio ha deciso, ha lasciato una lettera alla famiglia in cui raccontava chi era, quanto era felice e quanto quella felicità volesse condividerla con loro. Ma loro della felicità della figlia non ne volevano spere. La madre ha inviato una serie infinita di audio su WhatsApp il cui contenuto fa rabbrividire. Malika è stata cacciata di casa, il nonno ha staccato il telefono, i genitori hanno cambiato la serratura e il fratello l’ha minacciata di morte. Non ha potuto neanche ritirare i suoi effetti personali, così, a 22 anni, si è trovata in mezzo ad una strada, senza vestiti, senza genitori, senza niente.

“Ti auguro il cancro, ti  strappo il cuore dal petto se t’incontro per strada” urla quella donna che, come avrete capito, non mi va di chiamare madre.

“Ti ammazziamo, preferiamo 50 anni di carcere ma vederti morta”.

Poi urla con la voce tagliata dagli urli di rabbia e cattiverà: “è uno schifo, accidenti a te pezza di merda!” le parole sono allungate, grugnite, amplificate, come a ribadire un concetto in preda ad una rabbia senza misura. Sono queste le frasi che una figlia si è sentita dire dalla donna che l’ha messa al mondo. Se senza leggerle le ascoltaste avreste la pelle d’oca, come l’ho avuta io.

“Per quando possa amare una persona dello stesso sesso io non ho fatto nulla, non ho tolto nulla a nessuno” dice in lacrime Malika ai microfoni di Fanpage.

“Hai voluto farci toccare il fondo, non fino in fondo, ancora di più” farnetica la donna, ma il fondo non l’ha toccato Malika, ma questa signora inqualificabile.

Tutto ciò non succede in un posto lontano, in un paese in via di sviluppo. Ma a Castelfiorentino, nella Città Metropolitana di Firenze, il capoluogo della Toscana. Questa nostra regione che consideriamo aperta, libera e plurale.
Ma la Toscana si è rialzata insieme a Malika e ha fatto partire una rete di solidarietà, decine di migliaia di persone hanno manifestato affetto alla ragazza. Tante istituzioni, in primis il sindaco di Castelfiorentino, tanti cittadini. E presto è partita una raccolta fondi per consentire a Malika non solo di sopravvivere, ma di affrontare le ingenti spese di questo periodo, per ricomprarsi tutto ciò che h perso dentro casa sua, per pagare i legali con i quali ha avuto il coraggio di denunciare i genitori, per pagare una psicologa che la segue in questo terribile momento della sua vita. In pochi giorni sono stati raccolti oltre 30.000 euro provenienti da tutta Italia, ma anche tantissime donazioni locali.

Malika è Toscana e come la Toscana è più forte di tutto, si sta rialzando, con fatica, ma si sta rialzando. Questa regione, la parte migliore di questa regione, si è schierata compatta dalla sua parte. Perché non voglio credere che si sia toccato il fondo ancora più fondo del fondo, la Toscana e l’Italia non sono così, c’è ancora chi crede nei valori di libertà e pluralità, nei diritti, nell’umanità che non toglie ma dà. Questa regione, Malika, è diversa, ti prende per mano e crede nell’amore, crede nelle libertà e crede in te. Noi non siamo quella roba là, non la saremo mai. Questa grande comunità, quando ha dovuto scegliere da che parte stare, non ha avuto dubbi.

Cara Malika, la redazione di News-24.it ti abbraccia. Non avere mai paura di amare, perché come scriveva un nostro corregionale: L’amor che move il sole e le altre stelle.
L’amore è il meccanismo che move il mondo e tutta la vita, non rinunciarci mai.

Ama, fallo follemente, fallo verso chi vuoi, per ciò che vuoi, ma fallo, perché la vita è troppo breve per non farlo.
Ma questo lo sai già, non hai bisogno dei nostri consigli, perché in fondo, Malika, tu sei più forte di me, tu sei più forte di tutti noi.


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Giurista e giornalista pubblicista dell'Ordine della Toscana, ho vissuto a Firenze, Parigi e Roma senza mai smettere di essere livornese. Per il mio territorio nutro un interesse atavico, un amore senza condizioni. La mia seconda Casa è l'isola d'Elba. Appassionato di scrittura sin dalla più tenera età, gestisco la sezione Toscana della testata oltre ad altre collaborazioni online e su carta stampata.