La tragedia Emiliana : 9 vittime,14 fiumi esondati. Tropicalizzazione, nulla sarà come prima

76

In fuga dall’acqua. Come un’apocalisse biblica. Cinquemila sfollati in Emilia-Romagna e nelle Marche. Nove morti finora. Forse il numero salirà. 14 fiumi esondati. Frane, allagamenti. Il ministro Nello Musumeci oggi, parla di “tropicalizzazione dell’Italia”: «Niente sarà come prima» dice. Il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini già ieri sottolineava l’eccezionalità dell’evento: «La realtà ha superato ogni previsione». Il clima è cambiato. Già oggi, già per questa generazione, oltre ogni nostra aspettativa.

In 18 ore, il 16 maggio, è scesa la pioggia che cade in più di un mese. A Cesena 70 millimetri in un giorno. La media mensile di maggio degli ultimi trent’anni? 52 mm. A Faenza, 70 mm contro i 57 storici.

La “tropicalizzazione” a cui si riferisce il ministro si spiega con l’aumento medio delle temperature dell’area mediterranea. Penisola iberica, Francia meridionale, Italia, Grecia si trovano in un “hotspot climatico”: la temperatura media del Mediterraneo è salita quasi del doppio rispetto la media globale. Con temperature più alte e periodi siccitosi più prolungati, l’acqua evapora più velocemente e si sfoga con maggiore intensità causando piogge che sfogano in poche ore il carico di solito distribuito in interi mesi.

L’acqua che invade le case. Le grida di aiuto di chi, nella notte, si è rifugiato sui tetti. «Aiuto. Aiuto. Aiuto», si vede in un video girato a Faenza nella notte. E poi la risposta dei soccorsi, che arrivano remando su un gommone rosso: «Vi abbiamo visto, siamo qui. Arriviamo». Scene che entreranno per sempre nel nostro immaginario, come sono è entrato nella storia della meteorologia questo maggio in centro italia. In quindici giorni l’acqua ha attaccato dal cielo due volte. Il bollettino meteo ha assunto il linguaggio di un bollettino di guerra.

Viviamo in un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico. Ce lo ricordiamo solo in giorni come questo, anche se ce lo ripetiamo da anni. Un territorio reso sempre più fragile per colpa dell’incuria e dello scarso rispetto per gli equilibri della natura. Abbiamo costruito ovunque, consumiamo suolo naturale a velocità mai viste: 2 metri quadri al secondo.

Gli argini non reggono. Noi siamo impreparati all’emergenza. Non è semplice maltempo, è anche emergenza climatica. Il climate change è un moltiplicatore. Negli ultimi 150 anni, con il nostro utilizzo sconsiderato di petrolio, gas e carbone, abbiamo aumentato i gas serra nell’aria. Un Pianeta mediamente più caldo non significa solo aumento delle temperature, ma anche effetti a catena sul clima, le correnti atmosferiche, gli ecosistemi. Il cambiamento climatico intensifica, accelera, rende più frequenti gli eventi meteo estremi. È un coefficente che aumenta il rischio.

Non abbiamo mai avuto così tanti eventi estremi come negli ultimi anni. Nel 2022 il record italiano. Negli ultimi 30 anni +83% di eventi estremi rispetto al 1960-1990. Siccità e forti piogge sono facce della stessa medaglia.

Di fronte a disastri di questa portata, dobbiamo essere in grado di unire ogni aspetto della questione. Cura del territorio e dei corsi d’acqua, prevenzione, sistemi di allerta, gestione del verde e della rinaturalizzazione del territorio, ruolo dei cambiamenti climatici. Per anni gli scienziati ci hanno messo in guardia dall’apocalisse climatica. Ora è qui ed è colpa nostra. Si è unita alle tante altre emergenze del territorio.

Dobbiamo aprire gli occhi. Mitigare le cause, ma rapidamente adattarci a un Paese e un mondo meno ospitale.

( Fonte La Stampa )


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteGaeta. L’Amministrazione Leccese omaggia il concittadino Felice Luongo, secondo ufficiale a bordo della nave oceanica “Laura Bassi” in missione in Antartide
Articolo successivoAprilia- Il comune sarà parte civile nel processo Loas- Le delucidazioni di Antonio Terra