L’angolo delle curiosità: Personaggi della Storia

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La vera personalità consiste nel recuperare se stessi immergendosi nell’altro.                                                        Hegel 

          Marco Tullio Cicerone fu il massimo oratore della storia romana.  Nello Zibaldone Giacomo Leopardi considerò Cicerone massimo prosatore latino perché  accostava l’eloquenza, come genere letterario basato sulla persuasione emotiva e su un certo animo seduttivo, alla poesia.

          Plinio il Vecchio, autore della Storia naturale, fu un personaggio strano che nell’oleografia della memoria grandeggia per la bella morte avvenuta il 24 agosto del 79 mentre osservava da vicino l’eruzione del vulcano che distrusse Pompei. E stato uno scrittore interessante, appassionante, un enciclopedista che annotava, descriveva il mondo che lo circondava.

Lev Tolstoj,  scrittore russo (1828 -1910), nelle righe dettate alla figlia per il Diario prima di morire ad Astapovo, la sera del 31 ottobre 1910, affermò: «Dio è quell’infinito Tutto di cui l’uomo diviene consapevole d’essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio,. L’uomo è una manifestazione nella materia, nel tempo, nello spazio».                                                                                                                                            Il poeta Gabriele D’Annunzio è vissuto nel Vittoriale, una casa simbolo del suo “vivere inimitabile,” piena di libri, con un dolce giardino con le sue pergole e terrazze in declivio, arredata e decorata seguendo il suo gusto di “tappezziere incomparabile”. Le vetrate dipinte, i pesanti tendaggi e la luce soffusa consentivano al poeta di vivere in un ambiente misterioso e suggestivo.

Thomas Mann ed Heinrich, celebri fratelli, ambedue scrittori tedeschi, scrissero I Buddenbrooh e L’angelo azzurro. Nella loro vita si divisero diverse volte. Durante la prima guerra mondiale la loro divergenza fu anche di tipo ideologico. Thomas era nazionalista e accettava la guerra, Heinrich invece era pacifista ed europeista. Con l’avvento del nazismo si separarono perché il primo accettò, in un primo momento, quello che in Germania accadeva, il secondo si ribellò e fu costretto ad emigrare a Parigi. Quando nel 1939 anche Thomas fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti, i due si riappacificarono.

          Lo scrittore pratese Curzio Malaparte secondo alcuni fu un genio contraddittorio. A sedici anni fu soldato sulle Argonne; nel 1917 esaltò i fuggiaschi di Caporetto paragonandoli ai rivoluzionari russi; nel 1924 fu difensore di Mussolini nei giorni dell’assassinio di Giacomo Matteotti; nove anni dopo finì confinato a Lipari. Dopo la caduta del fascismo, chiese a Palmiro Togliatti l’iscrizione al Partito comunista. Miscredente e anticlericale, prima di morire abbracciò la Chiesa che lo aveva messo all’indice. Fu accusato da Antonio Gramsci di arrivismo e da Leo Longanesi di smisurata vanità. Nel 1944 scrisse Kaput, nel 1949 La pelle e Mamma marcia uscito postumo nel 1959.

Vincenzo Cardarelli, (nato a Tarquinia) fu un autodidatta che apprese molto frequentando per anni la Biblioteca Nazionale di Roma. Tra il 1916 e il 1917 scrisse durante la guerra  le prose e le liriche raccolte in Viaggio nel tempo. Nel 1921 fondò La Ronda (della quale era direttore) con Antonio Baldini, Riccardo Bacchelli, Emilio Cecchi, Lorenzo Montano, il musicista Bruno Barilli ed il pittore Armando Spadini.

Cesare Pavese si laureò nell’Università di Torino con una tesi sulla poesia di Walt Whitman. Da autodidatta imparò l’inglese così bene che la maggior parte dei suoi amici e conoscenti credeva che avesse vissuto un periodo in America. Tradusse Moby Dick dello scrittore statunitense Hermann Melville in maniera così perfetta che fece dire al critico letterario Emilio Cecchi che solo per questo doveva essere considerato un grande scrittore. Ebbe come amico Leone Ginzburg con il quale era cresciuto negli stessi banchi del liceo Massimo D’Azeglio a Torino, sotto la guida del professore Augusto Monti.

 

 


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