Molto facile, a giochi fatti, parlare di ragioni e fallimenti. Un ritornello vuoto e falso, che viene ripetuto con la vana speranza che diventi vero. Non sono queste chiacchiere l’attenzione e la cura che la città si merita.

LBC replica con fermezza alle accuse di immobilismo sul tema del ristoro nucleare, espresse dai consiglieri comunali Massimiliano Carnevale (Lega) e Salvatore Antoci (Misto), che a differenza del primo dovrebbe conoscere bene la questione, essendo lui in maggioranza all’epoca dei fatti.

Attendere che il tribunale si pronunciasse ha rappresentato per noi una scelta saggia, dopo quella del commissario prefettizio Nardone. Ribadiamo che Latina non ha finora perso nulla rispetto agli altri Comuni, giacché i termini decennali sono stati interrotti grazie al suggerimento dell’avvocatura comunale.
Preme inoltre precisare, anche se non necessario, che LBC non ha delegato gli uffici alle proprie scelte politiche. Esse sono infatti arcinote sulle questioni ambientali e sulla servitù nucleare: l’amministrazione ha invece riposto piena fiducia nell’operato del proprio personale scegliendo una linea prudenziale che ha mostrato interesse per il risarcimento senza imbarcarsi da subito in una causa. Latina ha lo stesso diritto degli altri comuni – se anche in terzo grado ciò sarà ritenuto corretto – di vedere un incremento del proprio ristoro nucleare: questo diritto non verrà negato alla città e potremo fare tutto il necessario per ottenerlo.


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