Lettera ad un Sedicene Ministro

“Caro Delio, mi sento un po’ stanco e non posso scriverti molto. Tu scrivimi sempre e di tutto ciò che ti interessa nella scuola. Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi non può non piacerti più di ogni altra cosa. Ma è così? Ti abbraccio Antonio” (Antonio Gramsci, Lettere dal carcere).
P.S. Mi chiedo se nella sua palese de-struzione quel ministro possa recepire il messaggio che invece dedico con stima e soddisfazione a due donne meravigliose nonché coraggiose quali sono la Schlein e la preside/dirigente del liceo di Firenze che mi piace configurarle alla stregua di due Walkirie wagneriane a cavallo e mai “cadute da cavallo” (vedi la foscoliana Luigia!) ricordando che detta lettera fu oggetto di una delle tracce del tema di maturità ai tempi di me commissario interno (anni ’70) il quale, all’apertura della busta e lettura della medesima, non poté trattenersi dall’esclamare ad alta voce: “Possibile”? Si saranno distratti o è stato un colpo mancino ministeriale”! destando l’imbarazzo più tra i docenti più che nei candidati fatto si è che fu una eccezione: da allora, a mia memoria, mai più Gramsci ha avuto l’onore di essere un “estratto” d’esame un caso? Nossignori il vero è che la scuola è rimasta all’età della “controriforma” come attesta il controriformismo del pavido e im-becille ministro (dal lat. in/senza baculum=bastone) nonché “de-ficiente” cioè “mancante”(lat. deficere) la cui reprimenda avverso detta dirigente dovrebbe essere “messa all’indice” tra le scartoffie ministeriali quanto meno affissa al portone o guardiola d’ingresso del palazzo in viale Trastevere a documentare/denunciare cotanto oltraggio. Soprattutto che l’inquilino-funzionario di quel settore NON è un “uomo vivente”. (gimaul)