TERRACINA – Maxi confisca all’ex boss della droga di Terracina: barche, conti correnti, immobili e società ottenuti attraverso lo spaccio, il riciclaggio e i prestanome. Alla fine è arrivata la confisca definitiva per il patrimonio accumulato negli anni da un noto pregiudicato, attraverso la gestione dell’attività di spaccio su tutto il territorio di Terracina. Un vero e proprio impero, costituito da immobili, società affidate a prestanome, conti correnti intestati a terzi, barche, veicoli, orologi di valore e preziosi di ogni genere.

Il criminale in questione è Matteo Lombardi, noto alle forze dell’ordine da diverso tempo e venuto a mancare nel 2018. La confisca arriva alla fine di una grossa operazione congiunta effettuata dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, con indagini che avevano messo in luce l’organizzazione nel dettaglio di ogni tipo di aspetto della struttura di cui Lombardi era al vertice. Lo spaccio avveniva in diverse zone del territorio, con tanto di vedette che avvisavano i pusher in caso di avvicinamento delle forze dell’ordine. Il denaro ricavato veniva riciclato attraverso l’investimento in attività lecite, che hanno permesso nel tempo la costruzione di un patrimonio dal valore considerevole.

Una svolta decisiva alle indagini era stata data con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere proprio nei confronti di Matteo Lombardi, che aveva permesso di perquisire a fondo la sua abitazione senza che lo stesso avesse modo, come successo in precedenza, di nascondere le prove a suo carico anche grazie al meticoloso sistema di sorveglianza che proteggeva la sua residenza, fatto di videocamere a circuito chiuso e vedette che avvisavano il sospettato ogni qual volta le forze dell’ordine fossero in procinto di effettuare dei controlli.

Nello specifico, in occasione di quella decisiva perquisizione erano stati rinvenuti all’interno di un’intercapedine la contabilità dell’attività di spaccio, documenti falsi, denaro contante, oggetti preziosi ed una chiave per una cassetta di sicurezza che conteneva a sua volta prove schiaccianti in merito al collegamento di Lombardi con attività gestite formalmente da dei prestanome.

Senza contare tutti i dispositivi tecnologici di cui quello che non si faticherebbe a definire un vero e proprio boss si serviva per comunicare senza il rischio di essere intercettato.

Oltre a tutti i beni sopra menzionati anche un terreno di 3000 mq con una piscina ed una stalla per cavalli, su cui era in corso di costruzione un immobile, è stato oggetto della confisca.

Tutti i beni, sottoposti a sequestro anticipato nello scorso mese di ottobre, sono stati ora definitivamente acquisiti dal patrimonio dello Stato.


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