Maurizio Zanfanti, in arte Zanza, ha vissuto alla grande. “Il re dei vitelloni” è certamente l’eroe dell’epica romagnola, un playboy le cui arti seduttive sono note non soltanto fra le spiagge della sua riviera, ma in tutta Europa.
Amava ripetere che i suoi rapporti furono innumerevoli, migliaia, sopratutto con un esercito di turiste che, al posto di un museo o di un quadro di Piero della Francesca, pagavano il biglietto e pure l’ebbrezza di una serata con lui, con Zanza.
E’ morto sul campo di battaglia, Maurizio, fra le braccia di una ragazzina di 23 anni, 40 meno di lui.
Arresto cardiocircolatorio. Racconta la fanciulla che un attimo prima di morire Zanza le ha chiesto, come soltanto un uomo delicato saprebbe fare, di stringergli le mani.
I parenti avrebbero desiderato per lui un funerale, in forma riservata, nella chiesa Regina Pacis, la stessa dove Zanza fu battezzato e comunicato da bambino.
Peccato che il Parroco della Chiesa, Don Raffaele, abbia negato le esequie al nostro eroe, ché appariva sconveniente dare adito al clamore mediatico che ha suscitato la sua morte.
Una spiegazione che ha tutto il sapore della ipocrisia, come sa benissimo chi ha studiato un poco il diritto canonico.
La Chiesa, infatti, può rifiutarsi di celebrare il funerale al “peccator manifestus”, cioè a chi abbia condotto esplicitamente una vita non proprio incline ai precetti di Santa Romana Chiesa.
Noi rimaniamo basiti: i funerali vengono accordati a chiunque. Boss mafiosi, capi di innumerevoli tribù rom che intonano la sigla del “Padrino” ,pagano aerei per lanciare in aria petali di fiori e vengono negate le esequie ad un uomo che ha soltanto distribuito il suo bene in modo passionale e disinteressato.
Siamo un paese di pazzi e di squallidi moralisti sempre pronti ad accorgersi del dito, mai della luna.
I funerali di Zanza avranno luogo presso il Cimitero monumentale di Rimini, ma non sarà la stessa cosa.
Voleva la sua Chiesa, l’eroe dell’epica romagnola e ne aveva pieno diritto. Noi glieli avremmo accordati, ne avessimo avuto la facoltà e avremmo consentito anche la partecipazione di una folla interminabile di turiste del Nord Europa.
Le ragazze che Zanza accolse in riviera, nei torridi mesi estivi, rendendole felici.
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