Ed è stata lanciata il giorno dell’apertura di ottobre rosa, dall’assessora alle Politiche sociali del Comune di Aprilia, Francesca Barbaliscia e dalla consigliera Alessandra Lombardi.

L’appello é stato subito accolto dalla Brest Unit di Latina. Dal suo direttore clinico, Fabio Ricci, da Carlo De Masi, responsabile aziendale sempre della Breast Unit e da tutte le componenti del Centro senologico multidisciplinare della ASL di Latina.

“Nel percorso di cura dei tumori al seno – spiega il prof. Ricci- le donne che subiscono la perdita dei capelli vivono un trauma che questi caschi refrigeranti possono in molti casi evitare. Ecco perchè, in apertura dell’annuale Campagna del Nastro Rosa, tenutasi all’ex-Cral di Aprilia e dedicata alla prevenzione e la cura del tumore alla mammella, abbiamo voluto presentare anche quest’iniziativa, che sosteniamo in pieno”.

L’Andos di Aprilia, che ha voluto anticipare la pubblicazione dei primi dati, anche prima del report trimestrale previsto, comunica che la raccolta ha già raggiunto oltre i 3mila euro. E’ una bella cifra, certo. Ma non basta.

Un casco oncologico costa circa 25mila euro. Ne servono parecchi. “Noi siamo sicure che saranno in tanti ancora a voler partecipare”, dicono la Barbaliscia e la Lombardi.

Il problema della caduta dei capelli durante le terapie oncologiche è molto sentito. Non solo dalle malate, ma anche dalle loro famiglie. Questa ulteriore mortificazione infatti, segna la ripresa. La donna già provata e piegata dalla malattia, deve fare un grande sforzo per accettarsi diversa e completamente cambiata nel volto. Un problema psicologico non da poco.

I caschi riescono ad alleviare questo disagio secondario durante le cure chemioterapiche.
Sono in molti a sostenere che il loro uso umanizzi la cura, migliorando l’autostima della donna.

La caduta dei capelli mostra a tutti, infatti, anche a chi non sa, la sofferenza, la fragilità e l’esilità del momento.

In tanti lo usano ormai. Uno studio americano lo ha promosso già da qualche anno. Secondo loro il casco s’è confermato un valido antidoto alla perdita dei capelli. Indossandolo infatti il cuoio capelluto si raffredda e i vasi sanguigni si restringono. E secondo la Fondazione Veronesi: “si riducono anche gli effetti collaterali, tra cui il danno alle cellule in divisione nei follicoli piliferi”.

«Per molti oncologi, aggiungono, l’alopecia è un problema marginale. Ma in realtà non è così perchè stiamo parlando dello stigma più visibile legato alla chemioterapia, che determina ansia e stress e accentua la nausea e la fatica. Non di rado, poi, il rischio di perdere i capelli funge da deterrente alle cure».

Contribuiamo dunque a questa campagna partita dal Comune di Aprilia. Sperando anche che altri Comuni l’attivino.
Basta anche una piccola somma.
La donazione va fatta attraverso l’IBAN IT37 A083 2773 9200 0000 0004 881, intestato ad ANDOS Comitato di Aprilia odv, specificando nella causale “caschi oncologici x Aprilia”.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedente“I predatori” è un film che descrive con spiccato accento satirico e provocatorio la società dei giorni nostri
Articolo successivoFederico Ginanneschi è stato ritrovato, le sue condizioni sono buone
Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.