caramelle al torpedino

In gel ovviamente. Se fino ad ora i pomodori li mangiavamo come contorno conditi con sale e olio. O come salsa per gli spaghetti, oppure come condimento per una pizza. Mai avremmo immaginato di doverli o poterli mangiare prendendoli dalla borsa e masticarli come caramella. Anzi, ve l’immaginate la scena…Vuoi una caramella? A che è? Al torpedino. Ma come il torpedino non è un pomodoro? Già , ma ora ne hanno ricavato anche una caramella, rossa e dal cuore morbido e dal sapore inconfondibile. La nuova caramella gelèe dedicata agli innamorati per il giorno di San Valentino, per promettersi amore eterno e prodotta nella Piana di Fondi è la vera novità di questa ricorrenza.

Il torpedino è una varietà rustica di pomodoro di piccola taglia e di forma allungata, appartenente alla categoria dei minisanmarzano e nasce dalla passione della famiglia Di Vito di Fondi, che nel 2007 lo scopre perchè prodotto nella terra di Licata. Nel 2011 un gruppo di agricoltori e di cooperative della Piana di Fondi, aventi come capofila la Mafalda Srl, decide di aderire al progetto Torpedino. Fondi diventa zona esclusiva per la produzione del Torpedino in Italia. Di fatto nasce il primo pomodoro a marchio del Lazio.

Ormai va di moda trasformare i prodotti ortofrutticoli in cose diverse da contorni o fine pasto. Così è stato per questa caramella, che realizzata dagli chef Fausto Ferrante e Francesco Capirchio, è stata presentata in anteprima al Fruit Logistica di Berlino, la più importante manifestazione fieristica nell’ambito del commercio agroalimentare mondiale, dove, ospite dello stand istituzionale della Regione Lazio, ha avuto due testimonial d’eccezione: la Ministra delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Teresa Bellanova e il Presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro. Meravigliati e sbigottiti i due autevoli rappresentanti del settore, hanno lodato la capacità di veicolare attraverso una semplice tanto geniale idea l’immagine stessa di un territorio tra i più vocati per l’agricoltura di qualità.

La grande imprenditorialità del Mercato Ortofrutticolo di Fondi con la sua continua voglia di innovare e, soprattutto, il voler tornare ad imporsi nella grande distribuzione organizzata (GDO) con una varietà che seppur poco produttiva, restituisce al palato il gusto della passata di una volta.

Un successo, quello del Torpedino, divenuto ora anche oggetto di studio del corso di marketing dell’Università americana John Cabot di Roma che ne sta analizzando la straordinaria capacità pervasiva del concept green volto sempre più al voler creare comunità, ma anche entusiasmo, vitalità ed energia in chi lo consuma.

Chiara Di Vito, rappresentante della terza generazione dell’azienda fondana Mafalda, commenta così quello che dovrebbe diventare un successo del gusto, della novità e dell’industrializzazione: “Abbracciare la filosofia del Torpedino significa, ancor più del mangiare o acquistare un semplice pomodoro, entrare a far parte di una famiglia che ha reso questo minisanmarzano il simbolo di una terra preziosa e fortemente identitaria”.

 


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.