LATINA- Ventiquattro postazioni su tre corsie, lungo i due lati e al centro, ognuna dotata di barella di emergenza, bombola per l’ossigeno e campanello. In dotazione ci sono un nuovo ecografo toracico e un apparecchio mobile per le lastre che si accompagneranno a breve ad una nuova tac di cui sarà dotato il pronto soccorso. Filtri speciali per il ricambio di aria e, in fondo al corridoio, i bagni schermati da un divisorio.
Sta anche arrivando il personale infermieristico e medico che consentirà di rendere operativa la nuova area senza sottrarre energie all’ospedale. La struttura infatti dipenderà dal Pronto Soccorso, che già oggi gestisce circa 50-60 dei 200 posti letto Covid del Goretti e garantirà in questa prima fase l’immediata presa in carico, da parte del personale ospedaliero, dei pazienti eliminando l’attesa in ambulanza. “Il paziente controllato qui potrebbe cominciare la terapia o essere inviato a casa, o in altra struttura. Grazie ad un accordo con il 118 le ambulanze non si fermeranno più sulla rampa del vecchio pronto soccorso, ma lasceranno i malati direttamente qui”, spiega il primario del pronto soccorso, Rita Dal Piaz.
“Un progetto che fa parte di una riorganizzazione complessiva di tutta la rete ospedaliera, partita ad agosto ipotizzando vari scenari. Oggi, sottolinea il direttore sanitario aziendale Giuseppe Visconti ,il Goretti può ospitare più di 200 persone ai quali si aggiungono questi 24 e il pronto soccorso in estate ha avuto l’ampliamento di 16 posti letto Obi; Terracina ha concluso l’allargamento del pronto soccorso con l’osservazione breve intensiva (OBI) e presto al Fiorini e a Fondi arriveranno i container per aumentare la ricettività e la gestione in sicurezza dei pazienti Covid. Quanto a Formia nel novembre del 2019 avevano fatto richiesta di ampliamento del pronto soccorso di 400metri quadrati con carattere di urgenza ma l’iter burocratico- amministrativo si è rivelato molto lungo e ci impedisce di agire in questo senso. Stiamo quindi attivando un percorso protetto con container dove si farà una prima valutazione del paziente per inviare a tac solo chi ha bisogno di un approfondimento diagnostico”.
La funzione della tensostruttura potrà mutare in caso di cambiamento delle attuali condizioni, se il numero dei contagi e dei ricoveri dovesse ulteriormente impennarsi: “Ci stiamo anche preparando ad una seconda possibile ondata e in questo caso, la struttura non sarà più utilizzata per il triage, ma come vera e propria sala visita”, precisa il primario Rita Dal Piaz.
Gli impianti resteranno in dotazione all’ospedale di Latina anche in futuro: “Così come le tende della protezione civile utilizzate fino a poco fa hanno beneficiato degli impianti realizzati per l’emergenza Ebola, così una volta che a fine pandemia il tendone sarà disinstallato, avremo gli impianti pronti per qualunque futura emergenza così come previsto dal piano di evacuazione per essere utilizzati in futuro in altre eventuali emergenze che dovessero presentarsi”, osserva il direttore sanitario del nosocomio pontino, Sergio Parrocchia.
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