La chiacchierata con Salvatore Antoci l’altro giorno si è concentrata quindi sullo stato delle strade di Latina. Era reduce da una visita in via Botticelli che i suoi ex colleghi del comune gli avevano additato come esempio di virtù. .
Chi ha conosciuto in passato Antoci, ne conosce e ne apprezza determinazione e fermezza. Se molte cose in q4 e q5 sono cambiate è grazie a lui e a Ferdinando Cedrone. I nuovi quartieri che sarebbero dovuti diventare un centro direzionale nella mente dell’ex sindaco Corona con uffici, negozi e ponti di collegamento con la città, sono rimasti per anni quartieri dormitorio, senza infrastrutture e senza servizi. Perchè quelli venuti dopo Corona, li hanno lasciati in completo abbandono e degrado e con le opere pubbliche incompiute. Senza legami con il cuore della città.
Si poteva andare a scuola o al lavoro solo attraversando la statale 148, strada trafficatissima e pericolosa, tanto che molto alto fu all’epoca il tributo di vittime. Non c’erano negozi per potersi rifornire di pane e latte giornalieri. Per comprarli si facevano chilometri. Il negozio più vicino era Panorama di via del Lido, dove ora c’è Obi. Ma per andarci, dovevi attraversare la Pontina. Attraversarla si, perchè al ritorno, imboccata la rampa in direzione Roma, a un certo punto ti fermavi sulla destra e poi…attraversavi e quello che succedeva, succedeva. Solo così potevi tornare a casa.
Il piano regolatore per dare la possibilità di costruire mega palazzi e far fare soldi ai costruttori dell’epoca, aveva di fatto interrotto le strade della bonifica. La via Lunga per esempio. Ma non solo. Capitava spesso, infatti, che percorrendo una strada, ti trovavi davanti un cantiere, sorto dall’oggi al domani. Un impedimento che ti buttava nell’angoscia. Solo chi ha vissuto queste cose, può capire.
Tutto nasce quindi dai diritti mancati, dai soprusi, dagli arricchimenti di alcuni e dai bisogni urgenti di poter continuare a vivere la propria quotidianità senza traumi, una volta fatta una voltura di acquisto. Era il 2005 quando Ferdinando Cedrone ebbe una intuizione che si rivelò strategica: creare un portale. Lo chiamò: Q4 e Q5, nomi senza identità di quartieri giovani e abitati da circa 20 mila persone. Internet si cominciava a diffondere e quindi per lottare contro il degrado di questi posti dove in tanti vi abitavano, la piazza virtuale servì. E molto. Nel giro di poco ci furono più di mille iscritti. Era come incontrarsi quotidianamente e far presente le criticità, senza sentirsi troppo soli.
Con questi mezzi e con la partecipazione della gente i due inventarono un nuovo modo di fare politica. Per i primi anni è stato un canale comunicativo importante, perchè ha creato una coscienza civica diversa e molto sentita.
La svolta ci fu all’ennesimo incidente mortale nell’incrocio sulla Pontina. Antoci in quell’occasione venne ricevuto dal prefetto di Latina, che gli confidò di seguire quotidianamente il sito. Lui lo prese come un encomio. Anche i giornali locali monitoravano le discussioni. Il compianto Romano Rossi ci costruì una pagina su Latina Oggi. L’entusiasmo si stava allargando. Era arrivato il momento delle grandi battaglie per ottenere l’ufficio postale e la farmacia. Si vinse, grazie alla loro tenacia. Fu allora che diedero vita a un’associazione giuridica.
La chiamarono Quartieri Connessi e il presidente fu proprio Antoci. Due motori straordinari i due. Cedrone al sito e Antoci all’associazione. Con gli stessi principi e gli stessi ideali: grande senso civico, legalità e tanta, tanta determinazione.
Ecco chi è Antoci.
Ma torniamo a Via Botticelli.
La chiamata mi arriva la mattina…devi venire a vedere, mi dice. Non posso, gli rispondo. E quindi ci vediamo nel pomeriggio. Lui mi mostra tante foto che ha scattato la mattina, tombini con intorno piccole voragini, pericolosissimi per ciclisti e scooteristi, strisce pedonali sbiadite, brecciolino sull’aslfato e crepe. E un attraversamento pedonale “rialzato che non si raccorda con il marciapiede, divenendo, di fatto, un’altra barriera architettonica”.
Mi spiega che gli scavi sono stati eseguiti senza taglio preliminare dell’asfalto, mentre i ripristini consistono in uno “scandaloso straterello millimetrico gettato alla meno peggio sul materiale di riempimento”.
Ignoravo che quella strada che ogni tanto percorro fosse stata rifatta da poco tempo. Non ne aveva proprio l’aria.
“Esattamente a dicembre 2018”, chiarisce lui. Si tratta di manutenzione straordinaria. La superficie tutta è stata scarificata e riasfaltata. Ma a breve distanza presenta già “scandalosi segni di degrado, indice di lavori fatti con la consueta sciatteria che caratterizza tutte le opere pubbliche di Latina”.
Ho chiesto l’accesso agli atti, mi dice. E in particolare voglio vedere delibere, determine, e altri documenti “atti ad assegnare le risorse economiche”. E ancora… “gli atti con cui sono stati assegnati i lavori con l’indicazione della ditta aggiudicatrice, del direttore dei lavori e del Rup”. Vuole vedere anche gli atti riguardanti la fine, la consegna, il collaudo e il pagamento dei lavori di fresature, asfaltatura ed installazione della segnaletica orizzontale e quella dell’attraversamento pedonale rialzato”.
E’ diventato un esperto della materia, l’ha detto, e non trascura nulla. Si comporta come prima. Chiede, verifica, controlla, vigila e sorveglia. Per un periodo l’ha fatto… “da dentro”.
Ora lo fa da fuori. Per lui poco cambia.
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