Un silenzio surreale. Quei budelli, quei vicoli che, impercorribili per intasamento sociale, in determinati giorni dell’anno sembravano veri e propri imbuti, oggi sono praticamente deserti, anche se da ieri sono stati restituiti alla semilibertà. I negozi, le bancarelle, le botteghe grandi o piccole degli artigiani presepiali hanno deciso di non rialzare le serrande. Parliamo di San Gregorio Armeno, una delle zone più famose e frequentate di Napoli. Parliamo, in particolare, dei maestri dell’arte di costruire un presepio, di scultori capaci di dare a statue e statuine non solo volti sacri ricchi di espressione, ma anche volti profani, di personaggi in voga o meno del mondo dello sport, della politica, della cultura o dello spettacolo, rivestendoli di quell’acuta ironia only made in Naples. Potrebbe questa sembrare una storia lontano dallo squisito ambito del nostro giornale. Ma, a nostro avviso, è giusto rimarcarla perché ormai nel corso del tempo San Gregorio Armeno è diventata una sorta di patrimonio nazionale, voce importante nelle agende di ogni tour operator che organizza viaggi in Italia. Centinaia e centinaia di migliaia sono i visitatori che lì accorrono nell’arco dell’anno da ogni parte del mondo. E tantissimi sono gli estimatori che dal nostro territorio raggiungono Napoli, grazie anche alla celerità del trasporto ferroviario, in special modo nel periodo natalizio. Ebbene oggi questa vampata di vita, di vivacità, di storia e di tradizione tipicamente italiana rischia di spegnersi. Così come viene messa in pericolo la filiera ricettiva e di ristorazione e tutte le realtà imprenditoriali che intorno ad essa ruotano, con il risultato di depauperare turisticamente un’intera città. Gli artigiani non ce la fanno a riaprire, ad andare avanti, investiti, colpa del coronavirus, da una crisi economica senza precedenti. Nei giorni scorsi i rappresentanti hanno incontrato il sindaco De Magistris. Ora attendono quello con il presidente regionale De Luca, per definire insieme un piano di aiuti e di rilancio. Intanto la protesta continua e il cartello “io non apro” resta in bella vista sulle saracinesche abbassate. San Gregorio Armeno non può morire.


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteLatina, Annalisa Muzio e Salvatore Di Cecca commissari di ConfCommercio
Articolo successivoBollettino ASL : oggi splende il sole, nessun caso positivo, nessun decesso. Avanti così