Ancora molto migliorabile sotto molteplici punti di vista. A rivelarlo è una ricerca dell’ente statistico Epson che ha raccolto le opinioni di lavoratori smart di 11 Paesi europei (Regno Uniti, Italia, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca).

Gli intervistati hanno riferito che le maggiori difficoltà del lavoro da remoto è stata soprattutto rappresentata dall’ambiente di lavoro non preparato adeguatamente. Un dato significativo considerando che una larga fetta degli attuali lavoratori da remoto continuerà questa modalità anche a pandemia finita.

Il dato che più preoccupa è quello della motivazione al lavoro: ben il 45% degli intervistati ha riferito cali nella motivazione e ha detto di non essersi sentito motivato durante il suo lavoro. Oltre uno su due ha inoltre detto di non avere a disposizione spazio adeguato dentro casa o di non possedere un’attrezzatura personale che renda il lavoro meno stressante. Ecco quindi che si sono dovuti accontentare di scatole, assi da stiro, letti e pavimenti al posto del piano della scrivania.

Oltre uno su tre ha spento la webcam durante le riunioni allontanandosi dalla postazione, mentre il 26% ha ammesso di aver partecipato a videochiamate in pigiama. Uno su 20 ha infine raccontato di essersi letteralmente addormentato durante “l’orario di lavoro”.


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