“Stringimi forte”, un film che si sviluppa come un puzzle di ricordi e momenti drammatici di una madre disorientata

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Titolo: Stringimi forte

Titolo originale: Serre-moi forte

Regia: Mathieu Amalric

Soggetto: Claudine Galea (dalla piece teatrale Je renviens de loin)

Sceneggiatura: Mathieu Amalric

Genere: Drammatico

Produzione Paese: Francia, 2021

Cast: Vicky Krieps, Arieh Wothalter, Vincent Lacoste, Sacha Ardilly, Juliette Benveniste, Aurélia Petit, Anne-Sophie Bowen-Chatet, Cuca Bañeres Flos, Erwan Ribard, Samuel Matthieu, Aurèle Grzesik, Jean-Philippe Petit, […]

Clarisse (Vicky Krieps) sposata con Marc (Arieh Wothalter) e con due figli (un maschio e una femmina), una mattina, all’alba, si sveglia, prepara il borsone in cui mette gli oggetti più necessari alla bisogna, prende la sua vecchia auto dal garage e va via, abbandonando la sua famiglia. Vuole andare a vedere il mare perché è da tanto che non ci va – confida alla sua amica della stazione di servizio (Aurélia Petit) dalla quale fa controllare l’auto con cui intraprendere un viaggio di non ritorno, senza una meta ben precisa, o forse sì. Ovviamente, Marc, non appena si accorge della scomparsa della moglie, butta via per la rabbia tutte le sue cianfrusaglie  che aveva nel bagno, tant’è che il figlio gli rinfaccia: “Hai rotto mamma. Hai buttato via mamma”. Da questo momento, il film si aggroviglia tra ricordi e momenti vissuti all’istante, come se volesse presentare un viaggio interiore di Clarisse, dove sogno e realtà si mescolano in modo così omogeneo, che risulta difficile nel loro snodarsi distinguerli; è anche un viaggio di Clarisse per allontanarsi dai luoghi vissuti, che le hanno procurato le manifestate fisime, e dagli affetti più cari, quelli dei figli e del marito, ai quali comunque rimane legata indissolubilmente e dei quali va alla ricerca convulsa.

Un film il cui chronos, con una continua aggregazione-disaggregazione del succedersi degli eventi, sembra seguire la teoria della relatività ristretta einsteiniana: Clarisse si muove e fa muovere i suoi familiari nello spaziotempo con un andirivieni continuo che dapprima disorienta lo spettatore e che, poi, lo fa rientrare come quando si finiscono di assemblare tutti i pezzi di un puzzle.

Si apprezza nel film, tra l’altro, il delinearsi graduale dei tratti psicologici di Clarisse attraverso comuni ma significativi dettagli e determinate sfumature che vengono interiorizzati istintivamente come per riflesso dallo spettatore. Lo sviluppo narrativo si snoda magistralmente attraverso un epos indeterminato, il cui telos viene inquadrato gradualmente nella realtà materiale che viene connessa continuamente con la realtà soggettiva della protagonista attraverso l’evidenziazione del suo conflitto interiore e attraverso il suo ethos femminile.

Serre-moi forte è un film per spettatori dalle sensibilità forti e robuste, selezionato e presentato al Festival del Cinema di Cannes 2021.

Filmografia

Mange la soupe (1997), Wimbledon Stadium (2001), The pubblic Thing (2003),Tournée (2010), La camera blu (2014), Barbara (2017).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).