Tolleranza e libertà possono essere illimitate in un paese democratico soprattutto con il perdurare di una malattia pandemica?

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In seguito alla malattia pandemica generata dal virus Sars-Cov-2 e nota con l’acronimo Covid-19, nell’arco di pochissimo tempo (cosa mai avvenuta nella storia dei vaccini), i ricercatori hanno messo a punto una varietà di vaccini adatti a contrastare tale malattia con l’obiettivo di raggiungere ciò che, nel gergo degli infettivologi, è intesa come “immunità di gregge”. Con tale espressione s’intende la capacità di un’intera popolazione di resistere al diffondersi della malattia dopo che una grande parte (superiore al 70%) degli individui di essa risulta immune. Tale numerosità si può raggiungere, al fine di evitare un gran numero di morti, attraverso la vaccinazione perché i vaccinati avendo sviluppato gli anticorpi (grazie al vaccino) non sono più in grado di trasmettere la malattia perché non più infetti.

Ovviamente il vaccino è una medicina e come tutte le medicine presenta effetti collaterali che possono, in taluni individui, pochi per fortuna, risultare nocivi. L’esistenza e la conoscenza di tali effetti ha provocato in una parte minoritaria della popolazione paura e preoccupazione e quindi contrarietà alla vaccinazione. A questo punto, ci si chiede se rispettando la decisione individuale o la decisione di pochi non si possa compromettere l’effetto della vaccinazione? A tutt’oggi secondo i dati statistici aggiornati soltanto il 51, 6% (uguale a 30.558.065) dell’intera popolazione e  il 57,2 della popolazione over 12 anni (pari a circa 54 milioni), ha completato il ciclo vaccinale. Ciò significa che si è ancora lontani dal raggiungere la suddetta immunità. Il Governo allora, al fine di dare impulso all’economia, di fare ripartire la scuola in presenza dopo un anno e mezzo di chiusura, e di invogliare e persuadere le persone, che non lo hanno ancora fatto (il 25% della popolazione non ha fatto neppure la prima dose del vaccino), a vaccinarsi, ha emesso un decreto nel Consiglio del 22 luglio: a partire dal 6 agosto, infatti, sarà obbligatorio presentare la Certificazione verde (o Green Pass) per accedere a locali pubblici o aperti al pubblico e per partecipare ad eventi). Il Presidente del Consiglio Mario Draghi a tal proposito ha detto: Gli italiani si vaccinino … l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire … Ciò ha determinato una reazione in chi è contrario alla vaccinazione per vari motivi (politici, religiosi, paura, no-vax, teoria del complotto, ecc.) attraverso manifestazioni e sit-in in diverse città d’Italia, vedendo a torto o a ragione in tale certificazione una limitazione della libertà personale. Trattandosi di un problema di salute che riguarda l’intera popolazione è necessario ricorrere alla Costituzione italiana che all’art. 32 sancisce che La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Lo Stato quindi tutela la salute come … interesse della collettività tant’è che non è necessario essere un giurista per capire che l’interesse della collettività è di gran lunga superiore come valore a quello dell’interesse del singolo o di pochi.

Tutto ciò avviene nell’ambito di una democrazia liberale come è quella italiana che si esplicita con la tolleranza e la libertà. Ci si chiede tuttavia: la tolleranza e la libertà hanno dei limiti oppure sono illimitate? A supporto di questa domanda ci supporta il saggio “La società aperta e i suoi nemici”, in cui il filosofo Karl Popper sostiene che la tolleranza illimitata comporta la scomparsa della tolleranza. Infatti, i tolleranti, tollerando gli intolleranti, saranno distrutti da costoro e sarà distrutto il sistema democratico. Gli intolleranti, oggi, scendono in piazza a manifestare contro la vaccinazione avvalendosi della libertà sancita dalla Carta costituzionale che al primo comma dell’articolo 13 recita: La libertà personale è inviolabile. Da ciò consegue tuttavia che la libertà di una persona finisce là dove essa impedisce la libertà di un’altra, ovvero la libertà illimitata distrugge la libertà. Estrapolando e adattando alla situazione attuale, cioè alle manifestazioni citate, il pensiero di Popper, ne deriva che la libertà illimitata significa che un gruppo di persone è libero di tiranneggiare su un gruppo tollerante e di privarlo della sua libertà. Questa è la ragione per cui sarebbe necessario che lo Stato limiti in qualche misura la libertà, in modo che la libertà di ciascuno risulti protetta dalla legge. Nessuno dev’essere alla mercé di altri ma a tutti si deve riconoscere il diritto di essere protetti dallo Stato. A ciò si aggiunga quel che Popper, nel saggio Tutta la vita è risolvere problemi, sancisce: la libertà è più importante dell’uguaglianza perché rende possibile l’unica forma di convivenza degna dell’uomo e perché è l’unica forma in cui possiamo essere pienamente responsabili di noi stessi.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).