LATINA – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo in merito al tema del ciclo dei rifiuti in provincia di Latina e nella città capoluogo.

«Sul tema dei rifiuti non capisco dove si voglia portare questa provincia e la città capoluogo che per tanti anni ha subito la servitù della discarica di Borgo Montello.

Durante il mio mandato da sindaco, avevo concordato con Marrazzo, nel 2008, la chiusura del ciclo dei rifiuti a Latina.

Avevo preso accordi istituzionali per avviare il controllo  ambientale delle discariche di Borgo Montello e per la bonifica del sito.

Oggi dopo 10 anni, il deserto.

Si inizia daccapo su presupposti tecnici e normativi errati.

I costi di smaltimento intanto crescono. Dal 2010 si registra un + 80% delle tariffe di smaltimento.

La società Latina Ambiente è stata  lasciate  fallire per poi acquistare per 800mila euro un ramo d’azienda, riconoscergli, attraverso debiti fuori bilancio, ben 4.8 milioni di euro e oggi siamo in attesa ulteriori decisioni da parte del tribunale per una somma che si aggira intorno ai 10milioni di euro.

Le bonifica di Borgo Montello e, soprattutto, il programma di verifica sullo stato di salute ambientale del sito concordato con Regione ed Arpa Lazio, scomparsa.

Il problema di Borgo Montello è rilevante e dovrebbe essere oggetto di confronto istituzionale e non solo per superare  le sanzioni comunitarie conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia Europea  C-323/14 .

Leggo di un tavolo ristretto costituito nell’ambito del tavolo permanente  sul ciclo dei rifiuti, convocato dal Presidente Medici che, a quattordici anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. 152/2006, avrebbe deciso la costituzione di  un Consorzio di Comuni al quale affidare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

Ovviamente inclusa la realizzazione degli impianti ritenuti necessari: un impianto di compostaggio a Cisterna e un sito o più siti per lo stoccaggio, modello Campania, della frazione secca dei rifiuti urbani.

Sinceramente dal tavolo dei sindaci mi sarei aspettato qualcosa di più rispetto all’elencazione di norme e principi comunitari o l’individuazione di un’impiantistica marginale.

Quantomeno sarebbe stato d’obbligo approfondire la questione dell’autorità d’ambito e chiesto alla Regione per quale motivo, a più di 10 anni dall’approvazione della norma, non abbia ancora provveduto a normare in tal senso.

Dopo tutti questi anni l’unico riferimento resta ancora  l’art. 12 della L.R. 27/98: la convenzione di cooperazione tra comuni.

Ma quello che mi lascia basito è la totale dimenticanza del sito di Borgo Montello. Quello che ha consentito, in tutti questi anni, lo smaltimento dei rifiuti del Comune di Latine e della Provincia, oltre i comuni di Anzio e Nettuno.

Ho fatto una vera e propria battaglia con la Regione per ottenere, prima il controllo ambientale del sito e, successivamente per avviare la bonifica dello stesso.

Per farlo nel 2008 ho bloccato il conferimento in discarica rimandando a casa, personalmente e alle cinque di mattina, i compattatori di Anzio e di Nettuno.

Ho costretto Marrazzo ad attivare un tavolo di confronto, anche con la Provincia di Latina, per inquadrare le discariche, non più come unica forma di smaltimento, ma nell’ambito di un sistema impiantistico provinciale.

Un tavolo che ha affrontato ed avviato, con correttezza istituzionale, le azioni di bonifica del sito non solo relative alle discariche in essere ma anche di quelle di prima generazione quali l’invaso S0

Oggi non si parla più di Borgo Montello.

Sono scomparsi sia il programma di verifica sullo stato di salute ambientale del sito concordato con Regione ed Arpa Lazio, sia la bonifica.

Si è lasciata fallire la società Latina Ambiente ,società del Comune di Latina proprietaria del 51% delle quote di Ecombiente. Sono state cedute al privato le quote detenute dalla società.

Credo manchi solo un passaggio, ovvero che silenzio complessivo, con un gioco tra le parti, la Regione Lazio imponga la riattivazione del sito.

Oltre al danno, la beffa.

D’altra parte, le linee strategiche approvate dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 49/2019, non sono rassicuranti perché, nonostante si sbandieri  da parte del tavolo ristretto, che esiste un limite di smaltimento in discarica del 10%  a partire dal 2035 (Direttiva 2018/850/EU),  il documento prevede per l’ATO di Latina, una necessità di smaltimento residuo in discarica, dal 2020 al 2026, di circa 370.000 tonnellate di scarti .

Ed è lo stesso documento che potrebbe riaprire i giochi. Basta leggerlo per trovare che la Provincia di Latina non ha capacità di smaltimento autorizzata,  e che in base alle volumetrie attualmente disponibili, già a partire dall’anno 2020, “ci sarà  emergenza nell’intera regione in caso di mancata autorizzazioni di nuove volumetrie e nuovi impianti”.

E’ come se il tempo si fosse fermato. Marrazzo è caduto a fine del 2009, io sono stato costretto ad inizio 2010 a dimettermi dalla carica di sindaco di Latina, si sono succeduti 2 commissari, due amministrazioni comunali, sono cambiate le giunte regionali, prima la Polverini e poi Zingaretti, e dopo più di 10 anni torniamo a rimettere in discussione tutto.

Non c’è un piano di gestione dei rifiuti, non c’è un programma per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti dell’ATO di Latina, non ci sono volumetrie di discarica, la provincia è diventata la pattumiera di Roma che continua a scaricare sul TMB di Aprilia, non ci sono le norme di riferimento per la creazione dell’autorità di gestione dell’ambito territoriale.

E il problema di Borgo Montello viene affrontato dal Tavolo Ristretto, come un problema amministrativo: le sanzioni comunitarie conseguenti la sentenza della Corte di Giustizia Europea C-323/14, ovvero un numero.

Vorrei evidenziare che difronte ad una situazione critica per il nostro territorio con un intero sito da bonificare e con flussi di rifiuti provenienti dal comune di Roma, la costituzione di un Consorzio di Comuni finalizzato alla realizzazione di  un impianto di compostaggio e siti per lo stoccaggio della frazione secca dei rifiuti urbani è ben poca cosa.

Sembra quasi che ci si nasconda, che si voglia affrontare il problema evitando di guardare ai reali problemi del territorio, sperando nell’intervento di una manina superiore.

Non ci vuole molto ad affermare che nel futuro della gestione dei  rifiuti dovranno essere seguite le  4R: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero.

Credo sia più difficile   evitare di lasciare i rifiuti per strada.

Mi auguro che si possano effettivamente raggiungere gli obiettivi della Direttiva 2018/852/UE sul riciclo effettivo dei rifiuti, anche se non vedo impianti o filiere in grado di consentirlo.

Mi auguro, anche,  che effettivamente lo smaltimento in discarica si riduca al 10% dei rifiuti.

Oggi però i rifiuti avviati a smaltimento sono 134.359 tonnellate, la raccolta differenziata pulita non raggiunge il 35%, e la necessità di smaltimento in discarica è di 69.000 tonnellate.

Per questi motivi, e per evitare imposizioni dall’alto,  chiedo a Medici di affrontare seriamente il problema, di uscire dalla logica del tavolo ristretto,  e di  aprire  un’ ampia  discussione a livello provinciale, coinvolgendo l’assemblea dei sindaci e dei presidenti   sul tema dei rifiuti,  per chiedere alla Regione di individuare, dopo più di 10 anni,  l’ente di governo degli ATO, per stabilire chi e come  gestirà il servizio integrato (se con concessione a terzi, società mista o in cose providing), per stabilire  quali impianti siano necessari  e dove  realizzarli  e, soprattutto,  per farci sapere cosa intende fare di Borgo Montello e come intende garantire la  messa in sicurezza delle discariche di Borgo Montello.

Sarebbe forse poi il caso di confrontarsi anche la facoltà di ingegneria della Sapienza di Latina che a livello ambientali sta portando avanti progetti sul ciclo dei rifiuti apprezzati in tutta Europa e che magari potrebbe dare utili indicazioni tecniche.

Al tempo stesso non vorrei che tutta questa accelerazione sia dovuta al fatto che entro il 20 giugno la Regione deve dar seguito alla sentenza del tar che la obbliga ad individuare le discariche di servizio, un modo per la politica locale di agevolare le scelte calate dall’alto da Roma. Infine mi chiedo, ma i partiti, i nostri rappresentanti istituzionali su questo tema che segnerà per i prossimo 20 o 30 anni il futuro ambientale e socio economico della nostra provincia, non hanno proprio nulla da dire?»

On. Vincenzo Zaccheo

già Sindaco di Latina


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