A Piombino potrebbe arrivare il rigassificatore, la città è in pole position per accogliere uno dei due impianti annunciati da Draghi

La città dell'acciaio è stata individuata come più idonea insieme a Ravenna

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Il Rigassificatore di Livorno

PIOMBINO – Giovedì prossimo i tecnici e i delegati della Snam, la società che ha ricevuto il mandato dal governo italiano di istallare due nuovi rigassificatori (ad oggi in Italia sono tre), saranno a Piombino per una riunione decisiva con le autorità locali e portuali. A seguito della crisi energetica scatenata da Putin con la guerra in Ucraina, l’Italia e l’Europa cercano riparo, Draghi e il suo governo hanno già delegato ad aziende del settore l’onere di creare due nuovi impianti.

Quanti e quali sono i rigassificatori presenti in Italia

Ad oggi i rigassificatori esistenti in Italia sono tre e suppliscono al 20% del fabbisogno nazionale. Il più grande è a 15 km dalle coste venete e fornisce 8 miliardi di metri cubi ogni anno. Il secondo per importanza è quello toscano, impianto galleggiante a circa 22 km di distanza dalle coste livornesi, fornice 4 miliardi di metri cubi annui di gas. Il più piccolo, ma anche il primo ad essere entrato in funzione si trova a Panigaglia, nel golfo di La Spezia, ha una capacità di circa 3 miliardi di metri cubi ed è l’unico che si torva a terra e non a largo.

I due nuovi impianti consentirebbero all’Italia di sopperire per circa 1/3 del fabbisogno nazionale soltanto con gli impianti di rigassificazione, dando così un forte impulso all’emancipazione energetica italiana.

A che punto siamo con i due nuovi rigassificatori chiesti dal governo?

I tecnici di Snam hanno individuato i due luoghi in pole position per accogliere le nuove strutture: RavennaPiombino. Adesso si passa alla fase pratica: valutare tecnicamente la fattibilità della cosa. Alla riunione parteciperanno il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il presidente dell’Autorità Portuale Luciano Guerrieri. Il primo nodo da sciogliere sarà quello dell’ubicazione: ancorare la struttura in banchina o a largo?
Il pescaggio del Porto di Piombino di oltre 20 metri consentirebbe anche la prima alternativa, ma questo toglierebbe spazi enormi allo scalo. L’alternativa sarebbe quella di ancorarlo a largo, come quello di Livorno, ma questo allungherebbe le tempistiche perché sarebbe necessaria un’adeguata infrastruttura sottomarina per il collegamento dei tubi con la terraferma. I nodi da sciogliere sono tanti, ma la città delle acciaierie si dice pronta a svolgere questo ruolo energetico centrale in un momento storico molto delicato.

Quali saranno le tempistiche?

Le tempistiche sono, come sempre, incerte, ma una volta deciso e autorizzato il luogo d’istallazione si parla di tempi che vanno dai 12 ai 18 mesi, un tempo relativamente rapido per un investimento di questo tipo.


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Giurista e giornalista pubblicista dell'Ordine della Toscana, ho vissuto a Firenze, Parigi e Roma senza mai smettere di essere livornese. Per il mio territorio nutro un interesse atavico, un amore senza condizioni. La mia seconda Casa è l'isola d'Elba. Appassionato di scrittura sin dalla più tenera età, gestisco la sezione Toscana della testata oltre ad altre collaborazioni online e su carta stampata.