L’articolo-riflessione di E.Galli della Loggia sul Corriere della Sera (Un segnale ai ragazzi,26.04) lascia trasparire quel che ho sempre lamentato e continuo  a lamentare circa il sistema scuola: inadeguatezza,obsolescenza,presunte innovazioni. Per non parlare della carenza di spessore e lungimiranza dei contenuti, della opacità di non pochi presidi “rinnovati”,forse gratificati solo nel titolo o vocabolo: dirigenti scolastici! Era proprio necessario?. Del resto queste sono le “riforme” più significative di una istituzione che da secoli (da A.Manzoni e G.Gentile) attende una seria riforma, al punto in cui siamo auspicabilmente”gentiliana”,appunto,non fosse altro che per intelligenza e funzionalità al tempo presente. In merito al fantastico stratagemma della didattica a distanza –direi volatile!- da Della Loggia stigmatizzato come il “paese di Bengodi” ossia uno scialo per i ragazzi, a suo dire trattasi di un segnale non edificante quanto meno deteriore nel senso che banalizza o volge in burletta la didattica, interpretiamo: mette a bagnomaria alunni e docenti (questo il concetto). Sarebbe stato invece più conveniente “…prendere atto della realtà….e decidere quindi di annullare l’anno scolastico in corso….decidere di recuperare l’anno perduto agganciandolo all’anno successivo” considerato peraltro che “i mesi di vacanza forzata assommavano a un solo trimestre…..iniziando il nuovo anno scolastico il 25 agosto poi, fino al 15 ottobre,cioè in 50 giorni,recuperare il trimestre perduto”. Tecnicamente il ragionamento è un po’ farraginoso, benché, con qualche aggiustamento, si sarebbe potuto addivenite a una più seria risoluzione del problema. Quel che mi lascia molto perplesso è il trionfalismo dilagante con cui si guarda-plaude ai potenti mezzi di comunicazione ossia le più avanzate tecnologie. Si parla sempre più insistentemente di progetti sull’uso di questi “marchingegni” non solo come supporto codificato (il che si comprende) ma addirittura in sostituzione della didattica live:?! Personalmente resto tradizionalmente,ostinatamente ancorato all’“opera dal vivo”! Per il cinema,ad esempio, in loco (sala cinematografica) piuttosto che su/attraverso i vari surrogati alternativi; paradossalmente più plausibili per il teatro o l’opera lirica se non altro per la visione ravvicinata dei particolari. Per la scuola,in prospettiva,non escluderei l’istituzione-attivazione di detta opportunità a distanza per l’Università per intuibili ragioni: ruolo degli studenti,diversità di approccio o interazione coi contenuti  di studio e i docenti. Detta “distanza” invece, a mio avviso, è inadeguata o discutibile per la scuola media (di ogni grado) ritenendo che, nello specifico, il mezzo e il fine debba essere “aulico” secondo l’accezione dantesca a proposito della lingua (Lettera a Cangrande della Scala),da attuarsi cioè nell’aula, vale a dire pubblico, dunque live! Quanto al “paese di Bengodi” è d’obbligo precisare (a della Loggia) che, se una tale operazione così sia o fosse risultata, non altrettanto può dirsi per i loro insegnanti implicati in un lavoro e una fatica onerosi,a dir poco fastidiosi. Certamente non paragonabile,credo,all’impegno degli stessi alunni per i quali magari può avere pure rappresentato uno “scialo” o un “bengodi”-più sensatamente direi una perversa “divagazione”!- di cui però colpa non hanno. Ma la colpa chi l’avrà?! A parte il susseguirsi dei ministri della cosiddetta Istruzione sempre meno “in parte”(!), il problema,lo ribadiamo, è di fondo: il perdurare della superficialità o indifferenza istituzionale (ministeriale) circa il ripensamento e risanamento del pianeta scuola alla luce di una rigenerazione (riforma) sia dei metodi, sia dei percorsi formativi e culturali, contestualmente, circa il ripensamento/risanamento dei libri di testo di routine. A riguardo suggerirei di sostituirli con la lettura (parzialmente integrale) di testi più “pesanti e pressanti” ossia alla fonte e non “clonati”(sempre gli stessi) Insomma,non più “lezioni” ma “azioni”, il concreto anziché l’astratto. La concretezza non sono davvero i potenti mezzi di cui sopra, né tampoco la ”robotizzazione” del sistema scolastico bensì i libri: W.Whitman ammoniva di toccarli come fossero uomini(!) Lanciamo lo slogan: “Basta bugie! Realtà e non finzione”! Questo il segnale positivo, anziché quello diseducativo, sottolineato da Galli della Loggia. –        (gimaul)


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