LATINA – Con riferimento agli articoli di stampa sulla situazione del Santa Maria Goretti, la Direzione della ASL di Latina ritiene necessario precisare quanto segue.
Effettivamente nella giornata di ieri (19 ottobre 2020), si è generato un blocco delle ambulanze durato circa otto ore. Tale blocco, tuttavia, è stato determinato dall’attivazione della procedura di ampliamento dei posti letto dedicati ai pazienti COVID, che ha interessato l’OBI del Pronto Soccorso e una sezione del reparto di Medicina per un totale di 33 posti letto ulteriori ai 58 già identificati nelle settimane scorse, deciso nel pomeriggio di domenica 18 e pianificato da settimane dal Direttore Sanitario Giuseppe Visconti.

L’avvio di tale procedura, è avvenuta nella giornata di lunedì 19 ottobre e ha comportato, come logico attendersi, disagi sulla rampa di accesso del Goretti per la gestione delle necessarie operazioni di trasferimento dei pazienti no COVID. Complessivamente, tutta l’operazione ha richiesto 12 ore a comprova dell’evidenza che tale operazione era già stata pianificata con largo anticipo ed attivata quando il livello di sofferenza del Pronto Soccorso richiedeva tale tipologia di intervento. Anche in questo caso, l’Azienda ASL di Latina ha mostrato efficienza e capacità di organizzazione. A tale scopo si ringraziano quanti, tra medici e infermieri, hanno reso possibile un risultato così importante in un tempo ristrettissimo e, in particolare il dott. Sergio Parrocchia, il dott. Giuseppe Campagna e la dott.ssa Rita Dal Piaz, la prof.ssa Miriam Lichtner.

Per quanto riguarda il tema dei tamponi, si osserva che l’ASL di Latina è tra le poche realtà nazionali che ha attuato un modello di gestione dei drive-in efficiente ed in grado di abbattere le lunghe file di auto e i tempi di attesa. Attraverso la modalità di prenotazione del tampone, l’Azienda sta monitorando i flussi allo scopo di assicurare la prestazione in tempi ragionevoli per tutte le persone interessate. L’attivazione di alcuni laboratori privati e dei MMG fornisce l’opportunità di assicurare un servizio più capillare rispetto a quello offerto dai drive-in che, allo stato, sono ubicati in quattro dei 33 Comuni della Provincia.
Si ritiene opportuno osservare che le condizioni economiche ed organizzative per aderire agli avvisi promossi dalla Regione Lazio erano note fin dall’inizio e, pertanto, non si comprendono le ragioni di valutazioni successive.
È evidente che gli avvisi, così come l’insieme delle condizioni previste per aderire agli stessi, presuppongono il desiderio di fornire un contributo fattivo per fronteggiare l’attuale stato di emergenza accettando forme di rimborso che non necessariamente consentono di coprire tutti i costi da sostenere.
Con specifico riferimento ai MMG, non appena sarà disponibile l’elenco dei medici aderenti, sarà organizzato un tavolo per ricercare, come è sempre stato fatto, soluzioni in grado di consentire la loro attivazione in modo efficiente e sicuro.
Certamente, allo stato, non vi è la previsione di utilizzare i PAT per l’effettuazione dei tamponi. È di tutta evidenza, infatti, che in quelle sedi non vi sono le condizioni logistiche di separazione dei percorsi per la gestione in sicurezza di tale attività congiuntamente a quella che ordinariamente è svolta presso quelle strutture.


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