NETTUNO – Anche il gruppo di Protezione Civile di Nettuno PROCIV ARCI è impegnato nelle operazioni di soccorso agli alluvionati dell’Emilia Romagna. La squadra, composta dal responsabile Fausto Onori e dagli operatori Simona Quinto, Marco De Leonardis e Francesco Ferrante, è partita da Nettuno per raggiungere Forlì, zona alla quale sono stati assegnati: «Lo scenario che si presentato ai nostri occhi, era uno dei gironi danteschi, uomini e donne, giovani e non più giovani, si muovevamo faticosamente nel fango che gli avvinghiava le gambe e a stento riuscivano ad uscire da quel pantano – hanno raccontato i volontari – Con qualsiasi attrezzo cercavano di liberare la strada, di portarsi a fatica all’interno della abitazione, dove l’acqua in alcuni posti aveva raggiunto i quattro metri di altezza, seppellendo tutto. Ai lati della strada, mucchi di materiali di ogni genere, a testimonianza della devastazione provocata dall’esondazione del fiume Montone. Un andirivieni di mezzi di soccorso, di squadre di volontari che si passavamo tra le mani ogni genere di cose dalle più semplici alle più pesanti, dentro i piani interrati dove bisognava fare presto a togliere tutto, prima che la fanghiglia si solidificasse e divenisse come il cemento. Non possiamo dimenticare, la dinamicità con cui le persone si muovevano per poter fare qualcosa. Anche se non si conoscevano, lavoravano in armonia, senza indulgiare su ogni cosa c’era da fare. In un’abitazione di due medici, marito e moglie ormai in pensione, c’era preoccupazione perché non avevano nessuno che potesse aiutarli, un attimo dopo, la villa era piena di volontari che chiedevano se potevano dare una mano. Durante lo sbomgero della cantina e del piano terra, sono state ritrovate alcune bottiglie di vino anche pregiato, allora la signora, le ha pulite dal fango, ha preso dei bicchieri, stappato le bottiglie e offerto il vino a tutti, dopo due giornate di lavoro, un momento per sdrammatizzare. La nostra squadra ha partecipato alla pulizia di questa villa, tra i vari compiti assegnati. Poi abbiamo coordinato i lavori nella parrocchia di San Benedetto, spalando il fango insieme a tanti giovani volontari. A tutti, abbiamo insegnato come si usava un badile, nessuno l’ho aveva fatto prima. Siamo ritornati stanchi, ma con un bagaglio pieno di emozioni e la consapevolezza che essere nella Protezione Civile rappresenta un orgoglio per chi ne fa parte. Ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono dedicare parte del loro tempo libero per divenire Volontari della Protezione Civile, noi facciamo la differenza».


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