LATINA- Angelo Burzi, 73 anni, fondatore di Forza Italia in Piemonte ed una intera vita fra i banchi del Consiglio Regionale piemontese, il 14 dicembre è stato condannato a 3 anni per l’inchiesta denominata “Rimborsopoli”. Vale a dire presunte irregolarità sulla gestione dei fondi assegnati ai gruppi politici in Regione.
La Vigilia di Natale Burzi, rimasto solo in casa, si è chiuso in bagno ed ha chiamato i carabinieri: “Sto per suicidarmi, avvertite voi mia moglie, non voglio che mi trovi lei”. La corsa dei militari è stata inutile. Hanno constatato la morte di Burzi, morto suicida con un colpo di pistola esploso in testa.
Molte le lettere lasciate dall’ex Consigliere Regionale alla famiglia e agli amici di sempre. Questo il nucleo centrale: “Sono innocente!”.
Burzi fu assolto in primo grado, poi una serie di cortocircuiti negli altri gradi di giudizio fino alla condanna a tre anni giunta dieci giorni prima di Natale.
Come se non bastasse, gli era stato anche revocato il vitalizio. Non rappresentava certo per lui, imprenditore affermato, un problema economico, quanto l’ennesimo colpo inferto all’onore dell’uomo.
Questa storia delle inchieste sorte in ogni parte d’Italia sui rimborsi dei Consiglieri Regionali – compresa Latina, che ha visto l’assoluzione di Claudio Moscardelli, ad esempio – è tutta paradossale. Le procure, sostanzialmente, ipotizzano che la Politica e la gestione ad essa connessa costituisca un reato di per sé.
Basti considerare, in tal senso, la recentissima assoluzione dell’ex Presidente della Basilicata Pittella, accusato di corruzione sulla gestione della sanità. Anni di prime pagine, editoriali al veleno della Travaglio & Scanzi Associati, la fine della carriera politica, salvo vedersi riconosciuto innocente quando il mondo, inesorabilmente, t’è già crollato addosso.
Non è difficile prevedere che la medesima sorte toccherà all’amico Claudio Moscardelli, ingiustamente – lo ripeto, ingiustamente – agli arresti domiciliari “reo”, al pari di Pittella e del povero Burzi di aver fatto politica.
Mi vengono alla mente le parole di Bettino Craxi, commentando il suicidio dell’Onorevole socialista Sergio Moroni: “Hanno creato un clima infame”.
Un clima che non è mai andato via e che dovremmo debellare con una seria riforma del sistema giudiziario. Ecco perché ho firmato, con orgoglio e speranza, i Referendum per una giustizia giusta.
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