Annalisa Muzio: “Latina recuperi il suo ruolo di capoluogo nel distretto culturale”

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Annalisa Muzio, del direttivo Fare Latina, commenta con la sua visione a tutto tondo il ritrovamento dei resti di 9 ominidi nella grotta Guattari al Circeo, una scoperta sensazionale che dà luce al nostro territorio.

“Il ritrovamento dei resti di 9 ominidi neandertaliani appartenenti a un’era che affonda le radici nella preistoria tra i 120mila e i 50mila anni certificano, qualora ce ne fosse necessità, che questo territorio è la culla del turismo. Infatti, quanto ritrovato dagli archeologi nella Grotta Guattari a San Felice Circeo sancisce che da qui si deve partire per disegnare il futuro: dal turismo culturale e naturalistico, puntando sul suo patrimonio ambientale, archeologico, artistico e architettonico. L’unicum rappresentato da Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia e Latina infatti appartiene a quello che è stato decantato dai primi grandi tour operator della storia che hanno guardato con prospettive di futuro all’Agro Pontino: Omero e Virgilio con l’Odissea e l’Eneide hanno dato un impulso di promozione al comprensorio che finora però la classe dirigente che si è succeduta non ha forse valorizzato o peggio compreso.

Il distretto rappresentato da quelle città parte dalla storia del mondo, parte proprio dalla preistoria -con una presenza ormai certa (e probabilmente ancora altre gradite sorprese dovranno uscire fuori dagli scavi…) e non più casuale come si immaginava con il fortuito ritrovamento del teschio da parte del professor Blanc nel 1939-, che poi si incanala raccontando della presenza di miti e leggende suddivisi tra Ulisse e Circe nonché Enea, e ancora della presenza di popoli greci e latini, e ancora di Imperatori romani col loro sfarzo, di pirati saraceni e briganti, di Papi e nobili casate, fino ad arrivare alla favolosa epopea della bonifica idraulica e della realizzazione di città nuove sorte dal nulla creando quell’architettura razionalista che ha anticipato il futuro delle città ideali a dimensione d’uomo.

In quest’ottica Latina si fa trovare impreparata: come città capoluogo di provincia finora è rimasta ai margini della pianificazione turistica e territoriale; ancora una volta Latina non è cabina di regia in un processo che la dovrebbe vedere protagonista, come città capofila, non solo come città dei servizi ma anche perché incastonata per ragioni storiche e culturali oltre che sociali in un contesto del genere: Latina fa parte del Parco nazionale del Circeo con la splendida Villa Fogliano e i suoi laghi costieri e aree umide, possiede l’architettura del Novecento così unica al mondo e resta un esempio di città nuova sorta dalla bonifica idraulica.

Quando 3 anni fa, insieme a tante altre realtà, abbiamo dato vita all’Osservatorio per lo sport e per il turismo abbiamo proprio pensato che questa è una terra meravigliosamente unica. Sono stata definita “visionaria”, mentre, invece, il mio sguardo verso il futuro oggi conferma l’occhio miope di chi muoveva critiche a un movimento e alla volontà di cambiare lo status quo, la stessa volontà di chi non si accontenta di vedere la sua città, il suo comprensorio, la sua terra, ai margini del mondo che conta, come se fossimo estrema periferia dove siamo solo e sempre spettatori. Il nuovo impulso al turismo è possibile solo attraverso un sistema integrato finalizzato alla creazione di brand promozionale e soprattutto identitario che abbracci la classe politica, la classe imprenditoriale, quella dei liberi professionisti e delle associazioni, in modo che l’intero territorio diventi massa critica e protagonista esso stesso, uscendo da quel recinto di anonimato cui per troppo tempo è stata colpevolmente relegato”.

 

 

 


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