“Buon compleanno Massimo”, il film documentario alla scoperta dell’uomo e dell’artista Massimo Troisi, in prima visione prossimamente su Rai3

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Titolo: Buon compleanno Massimo

Genere: documentario

Durata: 97 min

Regia: Marco Spagnoli

Soggetto: Marco Spagnoli, Leonardo Barrile, Francesco Favale

Narrazione: Maurizio De Giovanni

Musiche: Eugenio Bennato

Produzione Paese: Italia 2023

Partecipanti (in ordine alfabetico): Renzo Arbore, Eugenio Bennato, Jerry Calà, Maurizio Casagrande, Enrico Casarosa, Vittorio Cecchi Gori, Nino D’Angelo, Enzo De Caro, Lello Esposito, Fabio Fazio, Francesco Frigeri, Massimiliano Gallo, Frank Matano, Pietra Montecorvino, Francesca Neri, Franco Oppini, Ferzan Özpetek, Iris Peynado, Roberto Perpignani, Nini Salerno, Umberto Smaila, Cinzia TH Torrini, Rosaria Troisi, Roberto Vecchioni.

Il film documentario Buon compleanno Massimo, in prima visione su Rai 3 il 17 febbraio 2023 alle ore 21.25, racconta la vita, il lavoro, il genio e lo sguardo dell’indimenticabile Massimo Troisi e lo fa attraverso testimonianze inedite e coinvolgenti, rivisitando i momenti più rilevanti di una vita e di una carriera “unici”. Sono i suoi stessi familiari, gli amici, i collaboratori e coloro che hanno avuto modo di conoscerlo nei tanti aspetti della sua personalità a descrivere la sua vita. I ricchi materiali di repertorio, mescolati a un racconto intenso ed emozionante, conducono lo spettatore in un viaggio alla scoperta dell’artista e dell’uomo eccezionale, profondo, dalla grande ironia e dalla manifesta umanità. Buon compleanno Massimo è una storia sul cuore fisico, ma anche metaforico di uno dei più grandi artisti italiani del Novecento, sul suo rapporto con Napoli, sul suo sguardo pacato e sincero sulla vita e sul mondo, ma anche sulle ingiustizie e sulle grettezze dell’esistenza, che lui ripudiava in pieno. Massimo Troisi viene ricordato da tanti testimoni diretti, alcuni probabilmente inattesi, che raccontano del suo lavoro e del suo impegno personale come uomo e come artista: gli aneddoti dei suoi amici e colleghi (I Gatti di Vicolo Miracoli, Nino D’Angelo, Francesca Neri, ecc.) si mescolano alle memorie di tutti coloro che hanno lavorato in maniera sistematica con lui in contesti diversi, come Renzo Arbore. Infine, ci sono testimonianze di artisti di oggi che a Troisi si ispirano più o meno direttamente, come per esempio Frank Matano. In questo racconto, a guidare lo spettatore alla scoperta della vita di Massimo Troisi e della sua importanza nell’immaginario collettivo di Napoli e italiano, è Maurizio De Giovanni, uno dei principali scrittori italiani e anche uno degli autori napoletani più influenti della sua generazione. De Giovanni, grande ammiratore di Massimo Troisi, appartiene alla stessa generazione del regista scomparso, da cui lo separava poco meno di un lustro: nato nel 1958 a Napoli, De Giovanni ricorda molto bene l’impatto del cinema di Massimo Troisi (nato nel 1953) e della sua figura carismatica, per non parlare poi della benefica influenza sulla città partenopea di cui egli stesso è un narratore, sebbene da un punto di vista diverso.

Nelle sue considerazioni sul film il regista Marco Spagnoli scrive: «Quando i produttori Leonardo Barrile e Francesco Favale mi hanno proposto di lavorare insieme ad un soggetto che raccontasse Massimo Troisi in occasione dei suoi 70 anni ho iniziato subito a riflettere riguardo il come affrontare il racconto di un artista unico. Massimo Troisi, ha, infatti, esercitato una grande influenza sulla mia vita personale di ragazzino della Napoli degli anni Settanta e Ottanta e su quella dei miei coetanei. Nessuno di noi poteva prescindere da Massimo Troisi che già all’epoca rappresentava un’icona, una filosofia, uno sguardo sulla vita contemporaneo e, certamente, innovativo. E come si può raccontare, oggi, un artista scomparso da così tanto tempo – troppo in effetti – la cui assenza ha procurato choc e dolore non solo nei suoi amici, ma in tutti noi che lo abbiamo conosciuto e amato giovanissimo con i primi sketch della Smorfia in televisione? Per me questo film è un’altra tappa del mio personale percorso per raccontare l’entertainment italiano e la sua grande Storia così come non è mai avvenuto prima: un viaggio professionale e personale per provare a fare il punto non solo rispetto a quello che è stato, ma soprattutto a quello che resta e ciò che, nonostante tutto, ancora sarà. Avevo undici anni, quando mia cugina a Napoli mi portò al cinema Acacia a vedere Ricomincio da Tre: pur non essendo i primi giorni di programmazione, la folla oceanica era attentissima al racconto che quel ragazzo stava facendo attraverso un grande film, diverso da quanto avevamo visto fino a quel momento. Era una “rivoluzione” dal punto di vista della commedia e tanto dell’immaginario di Troisi, oggi, fa parte del sentire comune di una città, ma anche di un’intera nazione. Ed è per questo motivo, per il suo essere parte della nostra identità collettiva di Italiani ed Europei che sulle bancarelle di Spaccanapoli, sugli altarini pagani dei bar e in alcuni incroci della Napoli più antica, nei negozietti della Stazione Centrale, Massimo Troisi fa parte di quel pantheon postmoderno che include anche Totò, Sophia Loren e che altrove vede aggiungersi – magari – anche Anna Magnani con Alberto Sordi. Uno spazio di venerazione dove altri grandi, grandissimi non sono riusciti ad entrare e non per ‘demeriti’ o perché fossero‘meno’, bensì perché Massimo Troisi fosse ‘di più’. Troisi, infatti, è stato un rivoluzionario gentile: un artista unico e irripetibile capace di fare ridere anche dicendo verità terribili e importanti legate alla società e alla politica. Un filosofo del paradosso che abbiamo voluto raccontare per quella che a Hollywood si chiamerebbe ‘Legacy’ ovvero il suo lascito artistico e morale, per il suo esempio, per il suo talento e per il suo genio autoironico che ha segnato tutti perché c’è un ‘prima’ e un dopo Troisi e questo ‘dopo’ non è diventato meglio o più importante perché lui è morto. La morte di Troisi non ha niente a che vedere con la sua Arte: ci resta il rimpianto di pensare a quello che avrebbe potuto fare, ma quello che ha fatto, le tantissime interviste, gli sketch, i film restano. E lo faranno per sempre passando di generazione in generazione, perché Massimo Troisi appartiene al mondo e a chi vuole mettersi in ascolto di questo grande artista divertente, geniale, unico. … Massimo Troisi è stato un attore e un regista capace di farci ridere e di commuoverci, ma è stato anche un uomo capace di portare avanti le scelte che ha fatto con coraggio e intelligenza. Come sottolinea Maurizio De Giovanni […] “Si crede che sia il talento a plasmare la vita, mentre accade più spesso il contrario.” In questo senso Massimo Troisi è anche un grande esempio per tutti noi: un ragazzino che sognava la Coppa dei Campioni e che non potendo giocare a calcio per colpa della sua malattia, ha superato, lo stesso, le avversità, tramite l’arte e la recitazione. Massimo Troisi è, quindi, anche questo: un uomo e un artista capace di andare oltre e di lasciare a tutti noi una fonte eterna di grandi risate e di ispirazione. Buon compleanno Massimo è la commistione di sublime e profano; di esilarante e tragico: il racconto sofisticato e popolare che Troisi ha guidato verso di noi, riuscendo, come pochi a scardinare i luoghi comuni e farci ridere al tempo stesso delle nostre grandezze e delle nostre miserie. Una Rivoluzione gentile capace di dire tutto a tutti senza insultare nessuno che solo un grande uomo e un grande artista poteva immaginare e portare avanti. Questo film è il mio ringraziamento personale nei suoi confronti: anche se non gli ho mai potuto stringere la mano e dirgli che grazie a lui ho scorto per la prima volta l’assurdità brutale dell’esistenza e, soprattutto, la possibilità di ridere per iniziare non a riscattarsi, ma – semplicemente – per cambiare e chissà, a quel punto,riuscire a diventare migliori».

Il regista Marco Spagnoli, candidato tre volte al David di Donatello e vincitore di un Nastro d’Argento speciale, nel 2022 ha diretto Franco Battiato – La Voce del Padrone, il documentario più visto nei cinema nel 2022; precedentemente ha realizzato le docu-fiction: Figli del Destino e Questo è un uomo ed ha, inoltre, collaborato con Samarcanda Film a Ibla-Lechiavi dell’anima (2021) e Hollywood, Cinecittà (2023).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).