Operazione dei poliziotti del commissariato di Terracina che, questa mattina, hanno tratto in arresto T.G. di anni 40 e P. G. di anni 63, in quanto indagati per i reati di riciclaggio, ricettazione e anche di falsità materiale. Gli arresti a Pontinia e Cisterna di Latina dove gli arrestati si trovavano.
Le indagini avevano inizio in concomitanza con l’episodio dell’arresto per evasione di T.G. lo scorso 15 giugno sempre dal personale della Polizia di Stato di Terracina. In quella circostanza l’uomo veniva fermato a San Felice e trovato in possesso di un’auto Range Rover Evoque: un’altra autovettura dello stesso modello, veniva rinvenuta in un terreno limitrofo alla sua abitazione di Pontinia.
Le indagini permettevano di accertare che le automobili erano state clonate in tutto e per tutto e riproducevano perfettamente altrettanti veicoli in circolazione e nella disponibilità dei rispettivi proprietari che si trovavano in Campania ed in Piemonte.
Analoga clonazione inoltre emergeva essere stata effettuata dagli indagati per una Jeep rubata in provincia di Napoli e poi venduta ad una società che veniva a conoscenza della provenienza illecita dell’auto solo successivamente, all’atto del sequestro della stessa.
Gli accertamenti sui rispettivi documenti di circolazione consentivano di acclarare, inoltre, la falsificazione su moduli di carte di circolazione risultate rubate presso un Ufficio motorizzazione siciliano.
Le risultanze emerse da questi accertamenti metteva in luce un collaudato modus operandi a mezzo del quale costosi veicoli rubati venivano rimessi sul mercato con documenti e targhe perfettamente corrispondenti ad analoghi veicoli circolanti.
Grazie alle investigazioni tecniche, su telefoni cellulari sequestrati, emergeva l’effettiva provenienza delittuosa delle medesime autovetture di lusso, accertandosi, altresì, l’avvenuta clonazione e vendita ad opera del P. G. che è risultato gestore di una concessionaria di automobili e che veniva collaborato dal T. G. ai fini della vendita delle automobili di provenienza illecita.
I gravi indizi di colpevolezza raccolti, attraverso le investigazioni e gli accertamenti tecnici, a carico degli indagati determinavano il G.I.P. del Tribunale di Latina ad accogliere la richiesta di Misura cautelare in carcere avanzata dal P.M. titolare dell’indagine e supportata dagli oggetti riscontri degli investigatori.


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