COISP e un abbraccio a colpi di remi di Kayak. Valerio e Federico : ” Sul Kayak remiamo contro le difficoltà”

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Il CO.I.S.P, Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia, nasce nel 1992 ed in breve tempo ha acquisito consenso e forza rappresentativa tali da essere, già dal 1994, Sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale.
Consenso e rappresentatività che, dal 1992 ad oggi, sono andati sempre aumentando, tanto che la curva delle adesioni, per il COISP è costantemente in ascesa. Presupposto e bandiera del COISP è l’Indipendenza del Sindacato di Polizia.
Da un editoriale di “Rassegna Sindacale COISP” del gennaio 1994: “Siamo convinti che bisogna tenere più alta che mai la bandiera dell’Indipendenza sindacale in Polizia, perché i destini di ogni Operatore e quello della stessa Istituzione non vengano pregiudicati ancor più di quanto non lo siano attualmente. L’indipendenza che noi vogliamo esprimere è bel lontana dal qualunquismo, perché essa è piena di coscienza civile e politica, è attenta, vigile e partecipe sul nuovo che si viene formando. Non impedisce ad ognuno di noi di avere un credo politico, ma fa sì che assieme ci adoperiamo per mantenere le Forze di Polizia al di fuori ed al di sopra della compromissione partitica. Perché è l’unico modo per avere rispetto, considerazione e quindi valutazione dalle forze politiche al governo e da quelle all’opposizione, ma soprattutto dai cittadini per i quali operiamo. Sia di fronte a quei responsabili politici che hanno più volte dimostrato di preferire Forze di polizia militari, sia di fronte alla gente comune, per la quale vogliamo tornare ad essere un riferimento primario. Il COISP è nato per andare controcorrente, per contrastare i guasti del sistema sindacale, per contribuire al cambiamento…ed al cambiamento non si può arrivare senza che sia garantita l’Indipendenza del sindacato. Non un’indipendenza figurativa, solo di facciata, che a nulla serve, ma sostanziale, forza primaria anche per affermare un nuovo modulo gestionale del personale, che valorizzi le capacità, le professionalità, i meriti acquisiti, il sacrificio quotidiano di ogni singolo operatore di Polizia impegnato per la sicurezza del Paese, dal più giovane degli Agenti al più anziano dei Funzionari.

Mentre sono in forte crescita, non solo nella provincia pontina ma in tutta Italia, fenomeni di bullismo e cyberbullismo, il lavoro svolto dagli operatori della Polizia di Stato è uno splendido esempio di inclusione e di come la Polizia di Stato si faccia portavoce dei più alti valori di convivenza civile e rispetto della diversità. Ai giovani atleti, al Centro Sportivo delle Fiamme Oro di Sabaudia e all’istruttore che ha reso possibile tutto questo, vanno i nostri ringraziamenti e l’augurio di raggiungimento di obiettivi sempre più alti.

Valerio e Federico: “Sul kayak remiamo contro le difficoltà”
Grazie alla paracanoa questi due ragazzi stanno raggiungendo risultati sorprendenti dal punto di vista sportivo e relazionale. L’esperienza del centro delle Fiamme Oro potrebbe essere replicata.
L’abbraccio tra Valerio e Federico è il segno di un’amicizia nata grazie al kayak sulle acque del Lago di Paola a Sabaudia. Questi due ragazzi si allenano tutti i giorni nel centro di paracanoa delle Fiamme Oro della Polizia, prima esperienza in Italia dedicata alle disabilità intellettivo-relazionali per un gruppo sportivo militare.

Valerio ha 24 anni ed è affetto da sindrome di Down. È diventato poliziotto onorario per aver salvato, sette anni, fa una bambina in difficoltà nel mare di Sabaudia. Per questo gesto Valerio è stato nominato alfiere dal Presidente Mattarella ed è in procinto di ricevere la medaglia d’oro al valor civile. Se la maggior parte delle persone lo considera un eroe, un gruppo di haters sulla rete lo ha ricoperto di insulti e offese. Oggi Valerio è diventato anche testimonial nazionale della Polizia Postale contro l’odio sui social.

A pranzo Valerio si dà da fare in una mensa. Ma prima di recarsi al lavoro si allena in acqua e in palestra insieme a Federico Albione, 21 anni, che convive con una disabilità di origine cromosomica. Da un anno e mezzo il kayak è diventato la sua passione che lo ha aiutato a farsi coraggio nonostante le difficoltà di salute e familiari.

Ad allenarli è Stefano Vando Vice Revisore Tecnico, uno sportivo che viene dal karate e ha conseguito un dottorato di ricerca in tecnologie avanzate per la riabilitazione medica sportiva. Si dice orgoglioso per i risultati sorprendenti raggiunti dai due ragazzi. Ritmo, intensità, potenza: Valerio e Federico in acqua volano e si incoraggiano a vicenda. A Savona in una gara internazionale di kayak hanno dimostrato tutto il loro valore.

Vando studia i movimenti biomeccanici di atleti normodotati e paralimpici, di discipline diverse: frequenza, potenza, schemi ritmici che possono essere migliorati con risultati sorprendenti come si vede nel caso di Valerio e Federico. L’idea è che questa esperienza possa essere replicata altrove.

Alessandra Trotta

(Giornalista e scrittrice)


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