LATINA – Tante segnalazioni amareggiate per la tipologia e contenuti della prova del concorso degli aspiranti docenti.
Il sindacato Gilda degli Insegnanti interviene sul concorso ordinario, sottolineando che: “Le prove scritte in cui si stanno cimentando gli aspiranti docenti dal 14 marzo, si discostano sensibilmente da quanto stabilito nel bando originale del 2020. Secondo il decreto ministeriale n. 326 sarebbe dovuta cambiare solo la tipologia della prova scritta, con 40 quesiti a risposta multipla invece delle domande a risposta aperta”.
“I contenuti sarebbero dovuti rimanere gli stessi ma non è così”, ha spiegato la coordinatrice Patrizia Giovannini. Molti quesiti sono incentrati su temi specifici come il Cefr o il Pnrr.
Al momento c’è una grande confusione nei concorsi per il personale docente della scuola, sia in quello ordinario sia per quelli a venire.
“Già si parla di un nuovo concorso straordinario da indire entro giugno – continua la Giovannini – con 14mila posti annunciati come residui dal concorso straordinario del 2020. Ma non è dato sapere da dove discendano questi posti né dove siano queste disponibilità”.
“Con questa modalità fatta di continue modifiche ai bandi e interventi all’ultimo minuto è impensabile un reclutamento del personale basato sul merito e le competenze. Non è attraverso un quizzone a risposta multipla che si misurano e accertano le conoscenze e competenze didattiche di un insegnante”.
Il sindacato torna a chiedere maggiore trasparenza, coerenza e snellimento dell’iter burocratico: “Rilanciamo la proposta sul reclutamento avanzata già nei mesi scorsi per cui, dopo una fase transitoria, si arrivi all’abolizione dei concorsi per attuare un nuovo sistema di preparazione universitaria abilitante all’insegnamento”.
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