Confesercenti Latina: Urge a livello provinciale un piano di sostegno per le attività produttive di prossimità

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LATINA – «Urge nella nostra provincia avviare una politica concertata di sostegno e di sviluppo delle attività commerciali, artigiane e del terziario. I dati che ci giungono non sono confortanti ma vi è anche un gran desiderio di “fare impresa” da parte di molti giovani del territorio ed il ruolo delle nostre Organizzazioni è proprio quello di creare reti, servizi reali e sostenere una politica proattiva delle attività produttive». A dichiararlo è Susanna Gloria, Presidente della Confesercenti della provincia di Latina e storica commerciante della Città capoluogo.

I dati diffusi dall’Osservatorio nazionale di Confesercenti vedono una criticità del settore del commercio, nonostante una grande resilienza degli operatori. Nel 2023 –a livello nazionale- si stima l’apertura di 20 mila nuove attività commerciali, con una flessione rispetto al 2022 dell’8%.

Caro vita e denatalità hanno messo in crisi il tessuto commerciale e, se non vi sono interventi concreti, anche con il supporto delle amministrazioni locali, il trend non potrà che diminuire ancora. Ecco – continua il presidente di Confesercenti Susanna Gloria- che bisogna fare una azione politica sinergica e propositiva a partire dai nostri territori, sostenere l’apertura delle nove attività con forme di agevolazioni amministrative, burocratiche e di detassazione, sostenere il commercio ambulante come quello di prossimità, avviare campagne di sostegno e di incentivazione agli acquisti nelle attività locali…

Alcuni dati nazionali dell’Osservatorio Confesercenti. Il crollo delle nascite riguarda quasi tutte le tipologie di commercio in sede fissa, con cali particolarmente rilevanti per i negozi di articoli da regalo e per fumatori (-91%, -1.293 nuove aperture rispetto al 2013), per i gestori carburanti (-80%, 441 aperture in meno), per edicole e punti vendita di giornali, riviste e periodici (-79%, pari a -625 aperture), ma anche per i negozi di tessile, abbigliamento e calzature, che nel 2023 dovrebbero registrare solo 2.167 iscrizioni di nuove attività, -3.349 rispetto a dieci anni fa. E con la progressiva riduzione della rete di negozi, anche gli intermediari del commercio perdono pezzi: per il 2023 si prevedono solo 9.306 nuove iscrizioni, quasi la metà delle 18.149 del 2013.

Tra le attività del commercio, le nascite di imprese aumentano solo nel commercio via internet, che vede esplodere le iscrizioni rispetto a dieci anni fa (6.427 quest’anno, il 188% in più). Ma è un numero assolutamente insufficiente a compensare il calo di natalità complessiva del settore (-23.320 rispetto al 2013).

Ad oggi, nel Lazio, rispetto allo scorso anno si registra una denatalità dell’11% delle attività commerciali in meno. Rispetto all’apertura di nuove attività abbiamo ad oggi circa 2.784 imprese in meno.

«È necessario, evidenzia il Presidente Confesercenti Susanna Gloria, che si sostengano le politiche a favore delle famiglie, come giustamente il Governo sta attualmente facendo. Come evidenziato dall’analisi dell’Osservatorio di Confesercenti, il crollo delle nascite di nuove imprese sta accelerando il processo di desertificazione commerciale delle nostre città, privando i cittadini di servizi e i territori di ricchezza e lavoro, e la nostra economia di quei negozi e boutique che hanno fatto conoscere al mondo il Made in Italy e valorizzato le nostre produzioni. Occorre adottare provvedimenti per rigenerare il tessuto commerciale senza il quale assisteremmo ad un drammatico impoverimento dell’economia e della qualità della vita delle nostre città».

«Ecco che, conclude Susanna Gloria di Confesercenti Latina, a fianco delle iniziative nazionali come da tempo proposto da Confesercenti per una decontribuzione per i giovani che avviano una nuova attività commerciale e un regime fiscale di vantaggio per gli esercizi sotto i 400mila euro di fatturato l’anno, magari da legare ad obblighi di formazione, bisogna intervenire con vigore anche a livello locale, puntando sul versante della rigenerazione urbana delle nostre Città e avviare –lì dove non presenti- a piani del commercio e artigianali».


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