Conte si è dimesso. La crisi avrà tempi strettissimi.Oggi le consultazioni al Quirinale. Elezioni più lontane? Lega in difficoltà.

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Alle 15 e 8 minuti Matteo Salvini e Giuseppe Conte sono uno accanto all’altro. Alle 15,09 Giuseppe Conte prende la parola per «riferire sulla crisi di governo innescata dalle dichiarazioni del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini». E proprio a lui Conte rivolge il suo primo “pensiero”: «La decisione presa dalla Lega è grave e per questo va chiarita in un pubblico dibattito». Anche perché una «crisi in pieno agosto espone il nostro Paese a gravi rischi nell’ambito di una congiuntura internazionale non certo favorevole». E aggiunge, in tal senso, «il ministro dell’interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito…». E giù, il tifo da stadio mentre Conte riprende e insiste contro l’ex alleato: «gli atteggiamenti del ministro dell’Interno hanno mostrato scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di culturale e costituzionale».

E’ chiaro dice tutto d’un fiato il capo del governo che «la crisi in atto compromette l’azione di questo Governo che qui si arresta». E avviandosi verso le considerazioni finali annuncia che dopo il dibattito “rassegnerà nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni. Questa esperienza mi ha consentito di conoscere meglio l’Italia… Ora il presidente della Repubblica guiderà il Paese in questo passaggio delicato. Colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato…Viva la nostra patria, viva l’Italia».

La replica di Salvini non tarda ad arrivare. Comincia così: «Grazie e finalmente, rifarei tutto quello che ho fatto». Con la grande forza di “essere un uomo libero, quindi vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani. Chi ha paura del giudizio degli italiani non è un uomo o una donna libera”. Poi, a Conte: «Mi dispiace presidente che lei mi abbia dovuto sopportare per un anno: una sequela di insulti… opportunista, inaffidabile, pericoloso…». Vede presidente (rivolgendosi sempre a banco del governo), «noi abbiamo a cuore l’Italia del 2050. La critica più surreale di tutto è stata non si fanno le crisi di agosto…ma che, facciamo i senatori o i ministri un mese sì e un mese no…I problemi ci sono caro Presidente…». E giù un lungo elenco. Poi il vicepremier riattacca e di nuovo verso Conte: »Non ho paura di mollare la poltrona. E poi la verità – riferendosi anche all’Europa – sono stufo che il nostro Paese debba dipendere dalla firma di qualche funzionario europeo».

«Noi siamo dipendenti pubblici al servizio dei cittadini italiani. Sono loro i nostri datori di lavoro. L’Iva non aumenta, si vota e non aumenta. I numeri dicono che abbiamo fatto cose buone e cose meno buone. Io non mi rassegno all’Italia disegnata nel 2050 dall’Istat quello dello zero virgola… Nel 2050 l’Italia perderà 4 milioni e mezzo di italiani e in cambio importerà 10 milioni e mezzo di immigrati. Io a questo non mi rassegno a questo». E poi l’affondo verso Conte e il governo: «La settimana scorsa la forza» di maggioranza di governo «le ha votato la sfiducia dicendo no alla Tav di cosa stiamo parlando? Questo governo si è interrotto perché da mesi c’erano dei signor no che bloccavano tutto quanto. Per settimane e per mesi ho detto alle nostre donne e i nostri uomini Andiamo avanti perché io ci credo ho fiducia», poi allargando le braccia, «A proposito di interessi di partito, a me non è mai capitato di parlare con Merkel chiedendo consigli per come vincere la campagna elettorale perché Salvini ha chiuso i porti… Ho chiuso i porti, l’ho fatto e lo rifarò: in Italia si arriva solo se si ha il permesso di arrivare… A me non è mai capitato di prendere un caffè con qualcuno perché “Salvini chiude i porti”. Ora i casi sono due spiega Salvini in Aula, “O c’è un accordo di potere e di spartizione tra 5 stelle e Pd dite agli italiani cosa volete fare, anche se è irrispettoso per gli italiani, ma dirtelo…Se non è così, e c’è in voglia di costruire, terminare un percorso… Ma la via maestra è quella delle elezioni… ma se volete andare avanti noi ci siamo…Volete tagliare i parlamentari, ci siamo, se poi si fa una manovra coraggiosa noi ci siamo … ma poi andiamo a votare…». Quindi, spiega il leader della Lega rifacendosi a Giovanni Paolo II che la fiducia «bisogna meritarla con gesti e fatti concreti…». Se invece, volete «andare con Renzi spiegatelo agli italiani…»

La Lega ritira la mozione di sfiducia
«È una scelta di coerenza con l’apertura fatta in Aula da Matteo Salvini. Se tieni una porta aperta non puoi tenere la sfiducia». Così fonti leghiste spiegano la decisione di ritirare la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte. «La mozione, d’altronde», si ricorda, «era stata presentata per parlamentarizzare la crisi. E le comunicazioni di Conte e il suo annuncio di dimissioni l’hanno resa non più necessaria».

La replica finale di Conte: se manca il coraggio, me lo assumo io e vado da Mattarella
«Non possiamo, se amiamo le istituzioni e i cittadini, affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che faccio fatica a comprendere. Io apprezzo la coerenza logica e la linearità d’azione. Se c’è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, me ne assumo io la responsabilità io davanti al Paese – afferma il premier Giuseppe Conte nella replica al dibattito in Aula al Senato soffermandosi sul ritiro della mozione di sfiducia da parte della Lega -. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Vi ringrazio tanto, io vado dal presidente della Repubblica. Prendo atto che al leader della Lega Matteo Salvini manca il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti».

Il presidente del consiglio ha lasciato il Quirinale dopo pochi minuti dove ha rassegnato le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il Governo a curare il disbrigo degli affari correnti.

Le consultazioni partono oggi,21 agosto alle 16 e si termina giovedì alle 17. Tempi strettissimi per le consultazioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella dopo le dimissioni, questa sera, del premier Giuseppe Conte. Le consultazioni iniziano con Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica, che non trovandosi a Roma sarà sentito telefonicamente. Alle 16 è attesa al Quirinale il presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e alle 16,45 il presidente della Camera Roberto Fico. Poi sarà la volta dei gruppi parlamentari: alle 17,30 il gruppo per le Autoniomie del Senato; alle 18 il gruppo Misto del Senato; alle 18,30 il gruppo Misto della Camera; alle 19 il gruppo Liberi e Uguali della Camera.

Giovedì si comincia alle 10 con i gruppi di Senato e Camera di Fratelli d’Italia; alle 11 i gruppi parlamentari di Senato e Camera del Partito democratico; alle 12 i gruppi parlamentari di Senato e Camera di Forza Italia-Berlusconi presidente; alle 16 i gruppi di Senato e Camera della Lega-Salvini premier; alle 17 i gruppi di Senato e Camera del Movimento 5 Stelle.


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