Coronavirus,arriva la stretta : arresto per chi è in quarantena,multe fino a 3000 euro.Chiusura dei confini

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ROMA. Pubblicato nella notte sulla Gazzetta Ufficiale, il nuovo decreto è legge. Sono rivisti e ampliati tutti i divieti attuali. In pratica, il decreto è soprattutto una sfilza di prescrizioni per contenere al massimo il contagio. La vera novità è la sanzione. Non si ricorre più a un reato, il che avrebbe significato un numero strabocchevole di procedimenti penali, ingolfamento ulteriore della giustizia, probabile bolla di sapone. Si passa invece a una multa come se si trattasse di un divieto di sosta. Ma questa va pagata, eccome. E può essere un conto salato, fino a 3000 euro per chi aggira i divieti.

L’elenco delle limitazioni è ampio. Innanzitutto la madre di tutte le limitazioni. Si deve restare in casa, salvo esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute o «altre specifiche ragioni». Di converso, sono chiuse al pubblico le strade, i parchi, le aree gioco, le ville e i giardini pubblici. Ma ci potranno essere divieti di uscita o di ingresso nei territori comunali, provinciali, regionali, e anche rispetto al territorio nazionale.  E’ questa la vera novità. Mai prima d’ora si era prefigurato un divieto di entrata o di uscita dalle frontiere, che a rigore non esistono più nell’area Schengen. In tutta evidenza, il governo si prepara a fronteggiare la fase 2 dell’emergenza, quando sperabilmente il picco dei contagi sarà alle spalle, ma invece toccherà agli altri Paesi europei avere numeri imponenti di malati. E siccome a quel punto il pericolo sarà il cosiddetto «contagio secondario», cioè quello che arriva da fuori, e torna dopo che è passata l’emergenza di casa, quel divieto di varcare la frontiera sarà indispensabile per le verifiche di tipo sanitario. D’altra parte è al lavoro da alcuni giorni una task-force Frontiere, composta da esperti del ministero della Salute, Interno e Difesa, che va tracciando le linee guida per alzare le difese verso l’esterno.

L’emergenza sanitaria, come accade da un mese a questa parte, limita fortemente le libertà costituzionali. E dunque Il decreto ribadisce la quarantena precauzionale «ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati» o che rientrano dall’estero; il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione per le persone sottoposte alla quarantena perché risultate positive al virus; la limitazione o divieto delle riunioni o degli assembramenti; la limitazione o sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, anche di carattere culturale, ludico, sportivo, ricreativo e religioso; la sospensione delle cerimonie civili e religiose; la limitazione dell’ingresso nei luoghi destinati al culto; la chiusura di cinema, teatri, sale da concerto sale da ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi o luoghi analoghi; la sospensione dei congressi, di ogni tipo di riunione o evento sociale e di ogni attività convegnistica o congressuale, salvo uno svolgimento a distanza; la limitazione o sospensione di eventi e competizioni sportive; la chiusura temporanea di palestre, centri termali, sportivi, piscine, centri natatori e impianti sportivi, pubblici e privati; la limitazione o sospensione delle attività ludiche, ricreative, sportive e motorie svolte all’aperto o in luoghi aperti al pubblico. Alle autorità statali o regionali è affidata la decisione di limitare, ridurre, sospendere o addirittura sopprimere i servizi di trasporto di persone e di merci, automobilistico, ferroviario, aereo, marittimo, nelle acque interne, anche non di linea, nonché il trasporto pubblico locale. Sospesi ancora i servizi educativi per l’infanzia, la attività didattiche delle scuole, degli istituti di formazione superiore, comprese le università, alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, tutti i tipi di corsi professionali, salvando solo lo svolgimento a distanza. Restano sospesi i viaggi d’istruzione. Chiusi i musei.

E ancora: limitazioni agli uffici pubblici, salvo le attività indifferibili; sospesi i concorsi, chiusi i negozi eccetto generi agricoli e alimentari, chiusi bar e ristoranti; limitazione o sospensione «di altre attività d’impresa o professionali, anche ove comportanti l’esercizio di pubbliche funzioni, nonché di lavoro autonomo, con possibilità di esclusione dei servizi di pubblica necessità previa assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio».

Infine, limitazione a fiere e mercati, «a eccezione di quelli necessari per assicurare la reperibilità dei generi agricoli, alimentari e di prima necessità»; specifici divieti o limitazioni per gli accompagnatori dei pazienti nelle sale di attesa e accettazione dei pronto soccorso; limitazione dell’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, nonché agli istituti penitenziari ed istituti penitenziari per minorenni. Obbligo di comunicazione al servizio sanitario nazionale nei confronti di coloro che sono transitati e hanno sostato in zone a rischio epidemiologico.

Altri decreti potranno «essere altresì  adottati su proposta dei presidenti delle regioni interessate, nel caso in cui riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero del Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l’intero territorio nazionale, sentiti il Ministro della salute, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa, il Ministro dell’Economia e delle finanze, e gli altri ministri competenti per materia».

 

 


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