Cotral annuncia in pompa magna che dall’8 giugno farà corse dirette Latina Roma e viceversa. «L’obiettivo è creare una linea veloce, in aggiunta all’attuale programma delle corse, dedicata a chi per motivi di studio o di lavoro ha bisogno di spostarsi da e per la capitale. Il tempo di percorrenza medio di sessanta minuti permetterà di risparmiare quasi mezz’ora di viaggio» spiegano.

Mi incuriosisco di più e continuo a leggere “Il servizio express – già in produzione da diversi anni nei territori di Rieti e Frosinone verso Roma – ora arriva anche a Latina. Nonostante la crisi generata dall’emergenza Coronavirus stiamo continuando gli investimenti previsti dal piano industriale sul rinnovo della flotta perché la riduzione dell’età media del parco è un elemento fondamentale per garantire qualità, sicurezza e sostenibilità ambientale ed economica del servizio”.

Scrive questo Giuseppe Ferraro, direttore generale del Cotral.

La domanda che mi pongo e che si pongono tutti i pendolari che hanno viaggiato in questi anni e che viaggiano ora tutti i giorni per Roma è, dove sia vissuto fino ad ora questo dirigente. E vi spiego perchè.

Ho viaggiato per ben 20 anni su questa linea. I primi anni non esistevano corse dirette per Roma e noi da Latina eravamo condannati a fare dei giri assurdi per arrivare al lavoro…girare dentro Campoverde, dentro tutta Aprilia, fare le laterali per accogliere tante persone possibili, entrare dentro Pomezia e le sue laterali, quindi Spinaceto e solo allora ripresa la Colombo si poteva dire che il viaggio poteva considerarsi concluso. Un’ora e mezza o tre quarti ogni giorno, se andava bene era devvero insopportabile. Quasi due ore perse al mattino e altrettante la sera non ci si poteva proprio stare. Anche perchè spesse volte a Campoverde bisognava mettersi dietro il gregge di pecore che era in strada. Un viaggio della speranza insomma. Era davvero insopportabile. Racconto sempre un episodio a cui ho assistitito. Era lulgio ed era il primo mese che viaggiavo. Era intorno a mezzogiorno e faceva un caldo terribile. Sul mezzo viaggiavamo in pochi. Svoltammo dentro Aprilia. In una fermata c’era una fontanella. Il conducente fermò l’utobus e scese a bere, dietro di lui scesero a rinfrescarsi con pediluvi e quant’altro alcuni viaggiatori extracomunitari. Mi chiesi meravigliata e se fossi su una linea per Roma o per Hammamet. Lo scrissi anche. Era per ironizzare sul servizio che veniva offerto a noi, destinati a sopportare che le cosiddette corse extraurbane, diventassero improvvisamente urbane per gli altri. Non c’era par condicio e quindi cominciammo a protestare e a farci sentire. Anche con miei articoli e raccolta firme. Andai anche dall’allora assessore regionale Michele Meta a perorare la nostra causa. Michele e il suo segretario particolare Stefano d’Arcangelo attuale assessore al comune di Sperlonga, ci accontentarono. Da lì in poi chiedemmo sempre di più ed ottenemmo l’impensabile, anche grazie all’allora direttore di latina di cui non ricordo il nome. Una persona davvero comprensiva e intelligente. Ottenemmo quindi parecchie corse dirette nelle ore di punta, sia all’andata che al ritorno. Fu la svolta per i quasi migliaia di lavoratori che raggiungevano Roma in autobus. Certo il traffico della Pontina condiziona e molti ora preferiscono il treno, ma vi assicuro che io ho raggiunto Roma anche in 40 minuti.


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.