greenpass
Unrecognizable young woman showing on her smartphone screen a certificate of immunity against Covid19. Concept of travel and health protocols during the corona virus pandemic.

LATINA – Da qualche giorno, in vista del 6 agosto, le farmacie sono intasate di richieste di green pass. Basta presentarsi muniti di tessera sanitaria nei presìdi sanitari: pochi minuti di attesa e si ottiene la certificazione verde. In farmacia arrivano un po’ tutti: chi non riesce ad usare l’app Immuni, chi non ha lo Spid, chi non ha ricevuto il messaggio dal Ministero della Salute, ma anche chi non è pratico di digitalizzazione e preferisce che al posto suo lo faccia qualcun’altro. Il farmacista, appunto.

«Ormai stampiamo green pass all’impazzata, ci siamo ridotti a copisterie pur non essendolo, secondo me c’è un grosso problema – ci è andato giù pesante il presidente di Federfarma Roma Andrea Cicconetti – Siamo arrivati a stampare green pass per intere famiglie, tutto questo ha un costo sia in termini economici sia in termini di tempo».

Ha stemperato, invece, il presidente provinciale dell’ordine dei farmacisti, Roberto Pennacchio, titolare della Farmacia Est di via Don Torello. «E’ un’ulteriore dimostrazione di come la farmacia sia diventata un punto di riferimento per la popolazione – ha sottolineato Pennacchio – E’ lo scotto del periodo: siamo un’attività con un grande impatto sociale e bisogna a essere orgogliosi di poter fornire all’utenza un ulteriore servizio legato all’emergenza sanitaria: dopo tamponi e vaccini ora stampiamo anche green pass».


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