MILANO – Criptovalute, continua la scalata. Una ascesa poderosa che negli ultimi mesi aveva segnato qualche battuta di arresto; c’era voluta una pandemia globale per riportare in auge questi strumenti di pagamento elettronici nati nel 2009 a seguito del lancio del Bitcoin grazie a Satoshi Nakamoto.
Da allora la storia di queste monete virtuali era stata un continuo crescendo culminato nel punto più alto il 17 dicembre 2017, quando lo stesso Bitcoin raggiunse la quotazione record di 19mila dollari. Pensare che qualche anno prima qualche lungimirante e fortunato investitore si era riempito un wallet virtuale (portafogli online) con diversi Bitcoin pagandoli pochi euro ciascuno, fa capire quando l’investimento fosse stato più che mai azzeccato.
Cosa sta succedendo ora sui mercati con la pandemia che da diversi mesi morde e crea scompiglio in tutto il mondo della finanza? Dopo quel record del 2017 infatti le criptovalute erano andate incontro ad una discesa evidente (da 17mila a 3 mila, la parabola del Bitcoin): la classica bolla speculativa, si erano apprestati a sostenere in molti, per uno strumento che iniziava ad essere indicato come il futuro della finanza. Ed invece c’era qualcosa di più.
Cresce l’arte di investire dalla rete
Bastano ancora una volta i numeri a sostenerlo: da inizio 2019 ad oggi, ad esempio, il valore sempre dei Bitcoin è aumentato del 400% ed ha raggiunto di recente quota 15mila dollari, quasi come quella quotazione record. Ancora una volta avrà avuto ragione chi, durante il crollo del valore, ha continuato ad investirci.
Ed oggi sono in molti coloro i quali pensando di investire in Bitcoin, proprio sulla scia di questa nuova ascesa e spinti dal fatto che è in crescita innegabile, per ovvi motivi, tutto ciò che transita dal web, anche l’arte di investire. Sì perché con i vari lock down imposti e con la vita reale sempre più confinata, è alla rete che si guarda per qualsiasi attività di carattere quotidiano.
Nelle ultime settimane Paypal ha dichiarato che, a partire dal prossimo anno, sarà possibile pagare in Bitcoin (e con altre criptovalute, sono quasi 200 in tutto quelle esistenti ad oggi) per determinate transazioni sulla propria piattaforma. A questo si può aggiungere tranquillamente che ormi molti stati centrali stanno dando vita a criptovalute appositamente create, come nel caso della Cina.
Anche in Europa qualcosa si muove se è vero che la Corte di Cassazione e la Banca Centrale Europea hanno iniziato a buttare giù un quadro comune flessibile per disciplinare l’argomento criptovalute. In sostanza ancora non si può affermare con certezza che le monete virtuali saranno la base della finanza dei prossimi decenni, ma certo è che chi ne aveva sostenuto la fine etichettandole come bolla speculativa, era stato forse troppo avventato.
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