ROMA- “Voglio ringraziare i Carabinieri dei Nas, la Procura e i Magistrati che hanno brillantemente eseguito le indagini condotte dal dott. Carlo Lasperanza che hanno permesso di smascherare una truffa ai danni del Sistema sanitario regionale”. Parole dell’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. “La Regione Lazio e la Asl di Latina si costituiranno parte civile nel momento in cui ci sarà il rinvio a giudizio. Speculare sul Servizio sanitario è un crimine odioso e dovranno risarcire fino all’ultimo centesimo indebitamente sottratto”.

E’ stata denominata “Compressa Express” l’operazione scattata questa mattina  e che ha portato all’esecuzione di quattro arresti in carcere e tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, su mandato del GIP del Tribunale di Latina Giuseppe Cario. L’indagine, condotta dal Nas di Latina, coadiuvati nella fase operativa dai carabinieri del Comitato Provinciale di Frosinone, Latina e Terni era finalizzata a sgominare una cricca dedita alla ricettazione e falso attraverso certificazioni mediche, truffa al Servizio Sanitario Nazionale e detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Le investigazioni erano partite nel dicembre 2018, coordinate dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Valentina Giammaria. Tutto è cominciato da alcune verifiche sulla corretta dispensazione di medicinali nelle farmacie di Latina e provincia che hanno evidenziato un eccessiva richiesta di farmaci a base di Ossicodone, principio attivo di farmaci oppiodi semisintetico. Gli approfondimenti hanno portato a chiarire l’organizzazione composta dai tre cittadini fondani. In tutto sono stati censiti 340 episodi nei quali i tre soggetti si erano recati nelle diverse farmacie della provincia di Latina e Roma con ricette mediche falsificate e risultate rubate ad aziende ospedalieri e studi medici, con tanto di timbri, anch’essi sottratti a medici ignari. Il tracciamento di ogni singola ricetta rimborsata (la Asl ha tra l’altro corrisposto alla farmacie, come rimborso delle ricette false 20mila euro di denaro pubblico) ha consentito di appurare l’attività illecita che aveva fruttato agli indagati 12000 compresse a base di “Ossicodone” che, rivendute sulla piazza di spaccio, avrebbero fruttato circa 120mila euro.


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