LATINA- Dopo 9 anni di passione, di tortura mediatica e giudiziaria, arriva l’assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di Nicola Cosentino. Ex Sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi, Cosentino è stato per molti anni l’uomo forte di Forza Italia in Campania.
L’inchiesta, partita nel 2011, riguardava la costruzione – mai avvenuta- di un centro commerciale a Casal di Principe che, secondo l’accusa, era da attribuire al clan dei Casalesi.
All’esponente di Forza Italia erano stati inflitti 5 anni e mezzo di reclusione, 3 dei quali Cosentino li ha trascorsi in carcere.
9 anni sono sufficienti non solo per sputtanare, a reti unificate, un essere umano additandolo del crimine più infame: fare affari con la camorra. Di più, essere il referente politico dei clan.
Ricordo paginate di “Repubblica” , “L’Espresso” e le numerose trasmissioni di Michelino Santoro con i mega inviati , tutti dediti alla rappresentazione di Nicola Cosentino braccio politico del crimine organizzato. Il tutto, come da migliore tradizione, in totale assenza di ogni contraddittorio e possibilità di difesa.
Nel frattempo una carriera politica è stata letteralmente distrutta da un’inchiesta mediatico-giudiziaria. Stesso copione di un film trasmesso dagli anni ’90, quando il pool di Milano distrusse i partiti che, bene o male, avevano governato l’Italia dal dopoguerra fino ad allora.
A Nicola Cosentino auguriamo di riprendere il filo della Vita, della dignità e, se lo desidera, della lotta politica.
Noi tutti, come opinione pubblica, dovremmo riflettere sulle condanne preventive e a mezzo social che infliggiamo al nostro avversario dimenticando, colpe
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