E’ caccia all’aggressore dei due fidanzati di Latina scalo. E’ un tossico con precedenti

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«La fidanzata di mio figlio è come una figlia per noi. Speriamo che nessuno l’abbia toccata». A parlare è la madre del ragazzo aggredito nel vecchio zuccherificio di Latina scalo, un sito alle porte del capoluogo abbandonato da anni: qui la coppia di giovani mercoledì sera ha incontrato il «tossico» che li ha terrorizzati picchiando lui e tenendo in balia la giovane per diverse ore, forse abusando di lei.

«Stiamo facendo le ronde per lo Scalo, se lo vediamo in giro chiameremo le guardie», prosegue la donna che racconta come la famiglia della 17enne ce l’abbia adesso con il fidanzato per questa terribile situazione. «Lo capisco, da madre, ma tutti e due erano in pericolo. Sono venuti qui per fare una bravata, come le abbiamo fatte tutti. Anche noi siamo distrutti, nessuno ci dice come sta la ragazza, e spero di tutto cuore che non l’abbiano toccata».[…] Arrivano lì senza sapere che al secondo piano avrebbero incontrato l’uomo che era lì per «farsi». «Cercate fumo?», ha detto l’aggressore con cui i fidanzatini si sono anche intrattenuti. «Sono due bambini», dice ancora la madre del ragazzo giustificando, in qualche modo, quella che sembra una totale incapacità di reagire in una situazione palesemente pericolosa.

«Il tossico ha anche fumato del crack, e loro si sono fermati a parlare», riporta la madre del ragazzo che prosegue nel racconto fatto dal figlio. «Hanno provato ad andar via ma lui li ha seguiti, ha picchiato mio figlio e si è allontanato con la minicar portandosi anche lei. Mio figlio, intanto, è riuscito a chiamare i soccorsi e sono partite le ricerche, sino a quando, dopo quattro ore, lei è stata ritrovata nei pressi della stazione di Latina Scalo». Un lasso di tempo in cui il sequestratore avrebbe girovagato per chilometri sotto l’effetto della droga, arrivando ad abusare della ragazza.

Il senzatetto indicato come responsabile dell’aggressione è stato riconosciuto dalle vittime nelle foto segnaletiche della questura. Ha dei precedenti, un volto e un nome, eppure a distanza di ore nessuno lo trova. […]

(Fonte Corriere Sera di Michele Marangon )


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